Il caso

Maltrattamenti sui disabili di Villa Varzi a Galliate: c'è la sentenza

Decise una condanna, un'assoluzione e una prescrizione

Maltrattamenti sui disabili di Villa Varzi a Galliate: c'è la sentenza
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Per i presunti maltrattamenti a Villa Varzi, la residenza per persone diversamente abili di Galliate, è stata pronunciata la sentenza: nei confronti degli Oss a processo è arrivata una condanna, un'assoluzione e una prescrizione.

La decisione del tribunale

E’ arrivata mercoledì 15 maggio – non senza sorprese – l’attesa sentenza del caso dei presunti maltrattamenti ai disabili di Villa Varzi. Nei guai, come noto, erano finiti tre operatori socio sanitari coinvolti nella vicenda esplosa 9 anni fa a Galliate. Lo scorso 15 gennaio, a conclusione della sua requisitoria, il pubblico ministero Gianfranco Gattino aveva chiesto la condanna a 6 anni e mezzo complessivi per Roberto Sante Guidi, 55 anni, residente a Buscate nel Milanese e per le novaresi Betty Amelia Tello e Rita Viceconti, entrambe 67enni. Sono i tre Oss – una quarta, sempre del Novarese, è già stata condanna in abbreviato a 10 mesi e 20 giorni – accusati di aver commesso presunte azioni violente e umilianti nei confronti di 5 ospiti di Villa Varzi (uno dei quali nel frattempo è deceduto), il Centro diurno e residenziale per disabili di Galliate gestito da una Cooperativa e finito alla ribalta delle cronache nell’autunno del 2015. Tutti e tre gli Oss hanno sempre respinto gli addebiti. E mercoledì  il caso è arrivato a sentenza. Il giudice Gian Luca De Rosa ha comminato 2 anni di carcere a Sante Guidi, ha assolto Tello e prescritto il reato di percosse di Viceconti, riqualificando per lei l’imputazione iniziale di maltrattamenti.

Il contenuto della sentenza

Ribaltate o quasi, dunque, le richieste formulate dal pm, mentre nel corso della terzultima udienza, a marzo del 2024, avevano preso la parola per le arringhe finali, negando sostanzialmente i fatti e sostenendo l’innocenza dei loro assistiti, gli avvocati degli imputati Marco Ferraris, Corinna Merlo e Monica Montini, quest’ultima del foro di Varese. In aula hanno preso la parola anche l’avvocato Maria Lucia Infantino, che rappresentava le famiglie delle vittime (stabilite provvisionali tra i 2 mila e i 4 mila euro, in attesa della successiva quantificazione in sede civile) e Riccardo Tacca per la Cooperativa. I quattro operatori comparsi alla sbarra, seppur con riti diversi, apparivano nei filmati – 37 in tutto quelli raccolti nel giro di una decina di giorni – delle micro telecamere che erano state installate e nascoste in alcuni locali della struttura di via Ticino 10 dai carabinieri, dopo la prima segnalazione anonima fatta da una donna delle pulizie, cui ne era seguita una seconda, sempre da parte di un dipendente. Stando alle accuse – che l’altro giorno, va ripetuto, si sono in parte “sgretolate” – gli ospiti indifesi avrebbero ricevuto e subito presunti calci, schiaffi, spintoni, lanci di oggetti come scarpe o telecomandi e vessazioni ripetute che sarebbero state all’ordine del giorno. I reati contestati, a vario titolo, sono stati quelli di maltrattamenti, percosse e lesioni nei confronti di persone disabili a loro affidate per ragioni di cura. Una di queste, un uomo di sulla cinquantina affetto da ritardo mentale, era impossibilitato a reagire. Guidi era stato arrestato in flagranza la sera del 20 ottobre del 2015 e in aula avevano anche testimoniato sia i carabinieri del comando stazione di Galliate, sia la donna delle pulizie da cui tutto è partito.

Una vicenda finita sotto i riflettori della cronaca nazionale

La vicenda di Villa Varzi aveva fatto il giro di tutti i telegiornali nazionali, che avevano mandato in onda le immagini diffuse dagli inquirenti. L’unica sentenza definitiva, al momento, è quella della Oss che ha scelto la via dell’abbreviato. Le motivazioni della sentenza saranno disponibili ora tra circa 90 giorni.

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