Petardi e musica a tutto volume davanti al carcere per dire no alla violenza

Un centinaio di persone alla manifestazione contro la tortura e il 41 bis. Bilancio positivo sul piano dell'ordine pubblico, confermato dalla Questura

Petardi e musica a tutto volume davanti al carcere per dire no alla violenza
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Un centinaio di persone alla manifestazione contro la tortura e il 41 bis. Bilancio positivo sul piano dell'ordine pubblico, confermato dalla Questura

Un centinaio di persone, sabato 18 febbraio, ha preso parte alla manifestazione contro la tortura davanti al carcere di Novara. I manifestanti si sono fatti notare con lo scoppio di petardi, musica e messaggi contro la tortura e le rigide restrizioni del regime di 41bis ad alto volume, diretti ai detenuti all'interno.

All'evento aveva già annunciato la propria adesione anche Monica Guerrieri, la donna di Borgomanero il cui padre è morto in carcere. Una vicenda che avevamo raccontato sulle pagine del Giornale di Arona.

Ieri la presenza di agenti davanti al carcere, sempre prevista in queste occasioni, ha però suscitato punti interrogativi fra i novaresi, che si sono trovati a passare in zona. Sui social qualcuno è persino arrivato a sperare che non fosse fuggito qualche detenuto. Al centro della manifestazione, le violenze che sarebbero state subite dai detenuti del carcere di Ivrea, successivamente trasferiti a Novara e in altre case circondariali del Piemonte. Il bilancio positivo dell'evento, sul piano dell'ordine pubblico, è confermato anche dalla Questura: “Il corposo servizio predisposto ha impedito turbative all'ordine e alla sicurezza pubblica”.

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