Cordoglio

Massino Visconti piange la decana Serafina Manni: aveva 101 anni e 5 mesi

Il ricordo di Serafina "Rina" Manni del paese.

Massino Visconti piange la decana Serafina Manni: aveva 101 anni e 5 mesi
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Massino Visconti piange la morte di Serafina Manni: con i suoi 101 anni e 5 mesi era una vera memoria storica del paese.

Addio a Serafina Manni, memoria storica di Massino Visconti

Il paese intero ha perso una delle sue colonne più importanti, una vera e propria memoria storica. A 101 anni e quasi 5 mesi è morta Serafina Manni, conosciuta da tutti come Rina. La donna era rimasta l’unica esponente della storica famiglia massinese, ultima di cinque sorelle e un fratello. «Negli ultimi 30 anni - raccontano dal paese - la sua casa era diventata un punto di riferimento, dove parenti e amiche giovani e meno giovani trascorrevano interi pomeriggi in sua compagnia, in amabile conversazione. Era una donna d'altri tempi ma viveva bene anche il presente. Si teneva aggiornata su eventi nazionali ma ancor più sulle attività e iniziative che si svolgevano e si organizzavano in paese».

Il ricordo della battaglia dei contadini massinesi a Lesa

La famiglia cui apparteneva la donna era una delle grandi famiglie proprietarie delle campagne del paese: «A questo proposito - ricordano da Massino - Rina raccontava di una “battaglia” storica combattuta a Lesa dai contadini massinesi negli anni ‘30 e ‘40 per spuntare un buon prezzo per la vendita di tutta la frutta del paese. I grossisti che venivano dalle città mercanteggiavano sul prezzo tentanto di trattare partite singole ma, i contadini di Massino rimasero uniti ed assieme ottennero un contratto per più anni e ad un prezzo conveniente. Si trattava di quintali e quintali di frutta che da Massino, con carri e gerle, venivano conferiti alla stazione Ferroviaria di Lesa per cui, in mancanza d'intesa, sarebbe deperita in pochi giorni. Alla testa del negoziato c'era suo cugino Maggiorino Manni, portato in trionfo dopo lo storico accordo. Infatti, il giornale Il Sempione di allora, riportava il fatto con grande risalto».

La memoria dei soldati tedeschi che controllavano i lasciapassare

Tra i ricordi che la donna aveva più vividi della sua giovinezza ve n’erano un paio che raccontava spesso: «Il primo - così gli amici della donna - si riferiva ai i primi anni della guerra quando i tedeschi presidiavano il paese e lei da signorina, con altre ragazze, si recavano a piedi alla fabbrica di Lesa. D'inverno, sia al mattino che al ritorno la sera, era buio e i soldati non perdevano occasione per fermarle con la scusa di controllare il lascia passare. I soldati volevano sapere e conoscere ogni movimento delle persone e per questo, chi lasciava, o rientrava in paese doveva avere un lascia passare da esibire. Per loro questi controlli ostinati erano motivo di autentico terrore. Il secondo periodo vissuto con ansia, è il primo dopo guerra, quando lei e altre ragazze di Massino, andarono a lavorare alla Polveriera di Taino. Il viaggio era già un tormento; partivano alle cinque del mattino a piedi da Massino; prendevano il battello Lesa – Angera e poi ancora la corriera per Taino per iniziare il lavoro alle sette e trenta . In quella fabbrica si produceva la polvere da sparo per l'esercito ed il pericolo di esplosioni accidentali era più che reale. Ogni azione o ogni tipo di lavoro era un rischio unico. Infatti, dopo un ennesimo incidente con morti e feriti, decise di abbandonare quel lavoro».

"Certamente mancherà ai massinesi una persona gentile"

«Da circa tre settimane, in seguito al ritorno in Ucraina della badante che da parecchi anni la assisteva, Rina, perfettamente lucida di mente, aveva scelto di trasferirsi nella casa di riposo di Meina dove poteva essere meglio accudita. La decisione - raccontano ancora i massinesi - l’aveva presa lei stessa perché non aveva parenti stretti e le sorelle con cui aveva vissuto nella vecchia casa dopo la perdita del marito, più anziane di lei, da lungo tempo erano mancate. Il 12 maggio 2020, ancora in buona salute seppur con qualche difficoltà di deambulazione, aveva spento le cento candeline insieme alle persone a lei più vicine, festeggiata dal sindaco Antonio Airoldi, dal vicesindaco e anche suo medico dott. Incarbona e dal parroco don Antonio Soddu. Certamente mancherà ai massinesi una persona gentile che si è fatta apprezzare soprattutto per i suoi modi affabili e la cordialità nei suoi rapporti con tutti».
Il funerale di Rina Manni è stato celebrato nella giornata di martedì 11 ottobre, e la salma è stata poi tumulata nella tomba di famiglia nel cimitero del paese.

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