Operazione congiunta

Maxi sequestro di dolci e cibi scaduti: cambiavano l'etichetta e li rimettevano in vendita - IL VIDEO

Lo scorso ottobre in un magazzino del Novarese erano state sottoposte a vincolo penale tonnellate di alimenti, per 1 milione di euro

Pubblicato:
Aggiornato:

Carabinieri Nas di Torino e Guardia di Finanza di Novara hanno condotto una complessa attività di indagine nell'ambito della contraffazione alimentare

Complessa attività

Nella mattinata dell’11 luglio, nelle Province di Novara, Biella, Livorno, Milano, Parma e Reggio Emilia, i Carabinieri del N.A.S. di Torino e il personale del Nucleo Operativo del Gruppo della Guardia di Finanza di Novara, coordinati da Europol e nell’ambito di un procedimento disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Novara, hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di applicazione di Misura Cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Novara, contestualmente ad un decreto di perquisizione locale, nei confronti di 3 soggetti indagati nel contesto di una complessa attività di indagine finalizzata al contrasto di un’associazione per delinquere dedita alla ricettazione e alla contraffazione alimentare.

Le indagini

Le attività, eseguite in collaborazione con i Comandi Provinciali Carabinieri e con i N.A.S. arealmente competenti, hanno complessivamente interessato 14 obiettivi tra abitazioni private ed esercizi commerciali, distribuiti su 6 differenti province.

Le indagini hanno avuto origine da più di un anno, quando nel marzo del 2022 i militari del  N.A.S. di Torino, presso una rivendita alimentare della Provincia di Novara, hanno sottoposto a sequestro penale diversi kg di prodotti dolciari potenzialmente pericolosi per la salute pubblica in quanto sprovvisti di documentazione commerciale e riportanti una data di scadenza risultata poi contraffatta.

Dai successivi accertamenti è poi emerso come tali prodotti provenissero da un’azienda di commercio all’ingrosso, sempre localizzata nel novarese, nei confronti della quale i Carabinieri hanno quindi avviato una articolata attività di monitoraggio, anche attraverso strumentazioni tecniche di intercettazione.

Sequestro da 1 milione di euro

L’attività, svolta congiuntamente dai militari dell’Arma e della Guardia di Finanza sulle fatture e sulle documentazioni contabili nel tempo acquisite, ha consentito di ricostruire in modo dettagliato i rapporti finanziari intercorrenti tra gli indagati, nonché il volume economico particolarmente significativo delle attività illecite, corroborato anche dall’ingente sequestro operato nello scorso mese di ottobre, in cui all’interno di un magazzino della Provincia di Novara erano state sottoposte a vincolo penale diverse tonnellate di alimenti, per un valore approssimativo di 1 milione di euro, già rietichettati e pronti alla vendita sebbene scaduti.

Nel corso dei mesi, dunque, è stato possibile ricostruire i legami tra i diversi indagati, nonché i caratteri specifici del vincolo associativo, ovvero in particolare la predisposizione di un’organizzazione stabile basata su un accordo tra gli interessati e idonea a realizzare il programma criminoso consapevolmente messo in pratica, finalizzato alla commercializzazione di alimenti e prodotti per la casa, acquistati anche da note aziende italiane già scaduti o comunque prossimi alla scadenza, e reimmessi in commercio con etichettature e/o confezionamenti contraffatti nell’indicazione del lotto e delle scadenze.

Tre misure cautelari

Le misure cautelari applicate riguardano l’obbligo di dimora nel comune di residenza con divieto di uscita notturna nei confronti dei 2 soggetti individuati rispettivamente quali il finanziatore e il distributore dei prodotti contraffatti, nonché l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali nei confronti dei predetti interessati e altresì del soggetto individuato quale fornitore dei prodotti scaduti o prossimi alla scadenza.

Il procedimento penale versa attualmente nella fase delle indagini preliminari e pertanto vige la presunzione di non colpevolezza degli indagati, sino alla sentenza definitiva

Seguici sui nostri canali