Medico del Maggiore alla sbarra per tentata concussione

Medico del Maggiore alla sbarra per tentata concussione
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NOVARA, Tentata concussione. Questa l’accusa che pende sul 46enne Mario Policarpo, dirigente medico del reparto di otorinolaringoiatria dell’ospedale Maggiore di Novara, originario di Vercelli, ma residente in città. Il professionista, da anni attivo al nosocomio novarese, è anche autorizzato a esercitare in regime di ‘intramoenia’ e nello studio di Borgosesia. Stando a quanto sostiene la Procura, il medico avrebbe dato vita a una serie di forti ‘pressioni’ o, comunque, di ‘sollecitazioni’, affinché i pazienti, visitati in ambulatorio, scegliessero di farsi operare in regime privatistico, alla casa di cura collocata all’interno dello stesso Maggiore. Un modo per bypassare i lunghi tempi d’attesa per l’intervento pagato invece dalla mutua e per il quale, spesso, poteva passare anche un intero anno. Molti i testi ascoltati in aula venerdì. In particolare alcuni cittadini che si erano rivolti al medico per qualche problema di salute e si erano trovati con l’essere sollecitati a eseguire l’intervento in clinica privata. Ha testimoniato anche il primario del medico, il professor Francesco Pia, che ha sostanzialmente confermato come l’operato di Policarpo fosse corretto. Il 46enne respinge gli addebiti e sostiene come l’attività privatistica da lui condotta fosse ai minimi termini e come non ci sia stato alcun tentativo di costringere i pazienti ad accettare operazioni non coperte dalla mutua.

Mo.c.

Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola


NOVARA, Tentata concussione. Questa l’accusa che pende sul 46enne Mario Policarpo, dirigente medico del reparto di otorinolaringoiatria dell’ospedale Maggiore di Novara, originario di Vercelli, ma residente in città. Il professionista, da anni attivo al nosocomio novarese, è anche autorizzato a esercitare in regime di ‘intramoenia’ e nello studio di Borgosesia. Stando a quanto sostiene la Procura, il medico avrebbe dato vita a una serie di forti ‘pressioni’ o, comunque, di ‘sollecitazioni’, affinché i pazienti, visitati in ambulatorio, scegliessero di farsi operare in regime privatistico, alla casa di cura collocata all’interno dello stesso Maggiore. Un modo per bypassare i lunghi tempi d’attesa per l’intervento pagato invece dalla mutua e per il quale, spesso, poteva passare anche un intero anno. Molti i testi ascoltati in aula venerdì. In particolare alcuni cittadini che si erano rivolti al medico per qualche problema di salute e si erano trovati con l’essere sollecitati a eseguire l’intervento in clinica privata. Ha testimoniato anche il primario del medico, il professor Francesco Pia, che ha sostanzialmente confermato come l’operato di Policarpo fosse corretto. Il 46enne respinge gli addebiti e sostiene come l’attività privatistica da lui condotta fosse ai minimi termini e come non ci sia stato alcun tentativo di costringere i pazienti ad accettare operazioni non coperte dalla mutua.

Mo.c.

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