Migranti a Gozzano dall’accoglienza all’integrazione

Migranti a Gozzano dall’accoglienza all’integrazione
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GOZZANO - Dopo l’assemblea con la cittadinanza (cui aveva partecipato il prefetto Francesco Paolo Castaldo) per informare dell’arrivo dei migranti presso la “Casa del Vescovo” situata nei pressi della Basilica gozzanese (durante la quale si erano registrati toni di aperta polemica manifestati da una parte dei residenti), si è consolidata la presenza dei richiedenti asilo ospitati nella struttura di proprietà delle Suore Orsoline. 

Sono ora una cinquantina, di nazionalità prevalentemente nigeriana (in piccola parte ghanese), provenienti da centri già operativi come quello di Vacciago e comunque già da qualche tempo sul territorio italiano. Non si registrano, per il momento, arrivi direttamente da Settimo Torinese dove i migranti vengono destinati quando giungono in Italia per poi essere accolti in varie strutture piemontesi. 

Un incontro tra Amministrazione comunale e responsabili della cooperativa “Versoprobo” che gestisce la quotidianità dei giovani migranti si è svolto la scorsa settimana, contribuendo a sviluppare – sostengono i responsabili della cooperativa - un clima più disteso.

«Abbiamo avviato – ha dichiarato il sindaco Carla Biscuola – un percorso per rendere la permanenza non mera accoglienza, ma integrazione». Un prossimo incontro nei primi giorni di novembre potrà, tra l’altro, stabilire la disponibilità dei giovani per realizzare lavori socialmente utili. «Verrà realizzato - come ci conferma Islao Patriarca (Versoprobo) – un tavolo di lavoro bisettimanale con l’Amministrazione comunale cui parteciperà l’assessore ai Lavori pubblici» con lo scopo, anche, di  stabilire un cronoprogramma degli interventi operativi fattibili dai ragazzi in accordo con gli amministratori ed in sicurezza.

Intanto i giovani migranti svolgono un programma di alfabetizzazione culturale (nella foto) con l’insegnamento della lingua italiana per alcune ore al giorno, si allenano in una squadra di calcio, hanno iniziato a giocare a basket, partecipano a laboratori e svolgono, insieme agli operatori, attività per mantenere la pulizia del luogo in cui vivono.

Maria Antonietta Trupia

GOZZANO - Dopo l’assemblea con la cittadinanza (cui aveva partecipato il prefetto Francesco Paolo Castaldo) per informare dell’arrivo dei migranti presso la “Casa del Vescovo” situata nei pressi della Basilica gozzanese (durante la quale si erano registrati toni di aperta polemica manifestati da una parte dei residenti), si è consolidata la presenza dei richiedenti asilo ospitati nella struttura di proprietà delle Suore Orsoline. 

Sono ora una cinquantina, di nazionalità prevalentemente nigeriana (in piccola parte ghanese), provenienti da centri già operativi come quello di Vacciago e comunque già da qualche tempo sul territorio italiano. Non si registrano, per il momento, arrivi direttamente da Settimo Torinese dove i migranti vengono destinati quando giungono in Italia per poi essere accolti in varie strutture piemontesi. 

Un incontro tra Amministrazione comunale e responsabili della cooperativa “Versoprobo” che gestisce la quotidianità dei giovani migranti si è svolto la scorsa settimana, contribuendo a sviluppare – sostengono i responsabili della cooperativa - un clima più disteso.

«Abbiamo avviato – ha dichiarato il sindaco Carla Biscuola – un percorso per rendere la permanenza non mera accoglienza, ma integrazione». Un prossimo incontro nei primi giorni di novembre potrà, tra l’altro, stabilire la disponibilità dei giovani per realizzare lavori socialmente utili. «Verrà realizzato - come ci conferma Islao Patriarca (Versoprobo) – un tavolo di lavoro bisettimanale con l’Amministrazione comunale cui parteciperà l’assessore ai Lavori pubblici» con lo scopo, anche, di  stabilire un cronoprogramma degli interventi operativi fattibili dai ragazzi in accordo con gli amministratori ed in sicurezza.

Intanto i giovani migranti svolgono un programma di alfabetizzazione culturale (nella foto) con l’insegnamento della lingua italiana per alcune ore al giorno, si allenano in una squadra di calcio, hanno iniziato a giocare a basket, partecipano a laboratori e svolgono, insieme agli operatori, attività per mantenere la pulizia del luogo in cui vivono.

Maria Antonietta Trupia

 

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