Migranti, al Cusio “la parte del leone”

Migranti, al Cusio “la parte del leone”
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GOZZANO – Aula consiliare gremita sin sulla scala di accesso e clima di agitazione e timori, con qualche momento di polemica da parte del pubblico. Convocata mercoledì sera l’assemblea per l’imminente arrivo di una cinquantina di migranti (da Nigeria e Bangladesh) a Gozzano che saranno accolti presso l’antico palazzo vescovile sul colle S. Giuliano. Sono intervenuti il prefetto Francesco Paolo Castaldo e il sindaco Carla Biscuola. Presenti il comandante provinciale dei Carabinieri colonnello Giovanni Spirito, i membri della Giunta comunale e un rappresentante della cooperativa sociale “Verso Probo”. In sala, tra gli altri, i consiglieri provinciali Laura Noro (delegato per il Cusio) e Gianluca Godio, diversi sindaci del territorio, il comandante della locale stazione dei carabinieri Gianluigi Penariol, il prevosto don Enzo Sala. Moltissimi i cittadini, tra cui anche alcuni giovani.
Un’atmosfera variegata, espressione di vissuti personali spesso difficili da parte della cittadinanza per la contingenza della crisi: per molti grava anche il peso della recente conclusione degli ammortizzatori sociali per gli ex dipendenti Bemberg. Nel coro anche voci di disponibilità, critica ma costruttiva.

GOZZANO – Aula consiliare gremita sin sulla scala di accesso e clima di agitazione e timori, con qualche momento di polemica da parte del pubblico. Convocata mercoledì sera l’assemblea per l’imminente arrivo di una cinquantina di migranti (da Nigeria e Bangladesh) a Gozzano che saranno accolti presso l’antico palazzo vescovile sul colle S. Giuliano. Sono intervenuti il prefetto Francesco Paolo Castaldo e il sindaco Carla Biscuola. Presenti il comandante provinciale dei Carabinieri colonnello Giovanni Spirito, i membri della Giunta comunale e un rappresentante della cooperativa sociale “Verso Probo”. In sala, tra gli altri, i consiglieri provinciali Laura Noro (delegato per il Cusio) e Gianluca Godio, diversi sindaci del territorio, il comandante della locale stazione dei carabinieri Gianluigi Penariol, il prevosto don Enzo Sala. Moltissimi i cittadini, tra cui anche alcuni giovani.
Un’atmosfera variegata, espressione di vissuti personali spesso difficili da parte della cittadinanza per la contingenza della crisi: per molti grava anche il peso della recente conclusione degli ammortizzatori sociali per gli ex dipendenti Bemberg. Nel coro anche voci di disponibilità, critica ma costruttiva.
Il sindaco Biscuola ha aperto l’incontro esprimendo la situazione del paese in cui da molti anni si è integrata una percentuale di immigrati pari al 10,3 per cento (dato all’1/1/2015), sottolineando l’impegno ricettivo del Cusio «che sta accogliendo un numero importante di migranti non proporzionale rispetto all’intera provincia» ed affermando che il luogo individuato in paese, a suo avviso, «non è idoneo» per ragioni di tipo storico-artistico.
Il prefetto Castaldo ha presentato la situazione sottolineando più volte che, nel ruolo che gli compete, il suo intento non intendeva «rispondere delle politiche nazionali» in materia, ma «chiarire le varie azioni possibili», assicurando la popolazione sia sull’attuazione rigorosa delle verifiche sulle persone in arrivo relative alla sicurezza pubblica (con foto segnalazione e accesso alla banca dati internazionale) nonché sugli accertamenti medici cui sono sottoposte. Controlli stringenti anche sulle procedure con cui vengono realizzate le gare per l’appalto alle cooperative (da parte anche di Ragioneria dello Stato e Corte dei Conti) e sulle società che vi partecipano «perché – ha affermato – deve essere accertato che i soldi vadano nella direzione giusta». Il Prefetto ha ribadito l’impegno delle Forze dell’Ordine, coordinate dalla Prefettura, affinché regole (tra cui l’obbligo di rientrare nella struttura dopo due giorni di assenza) e leggi siano rispettate, esprimendo rammarico per l’episodio novarese che ha portato all’arresto di due migranti. Durante gli interventi animati del pubblico, il primo cittadino (che ha lamentato uno scarso preavviso da parte della cooperativa sull’evolversi della situazione) ha ribadito come il «sistema nazionale sia al collasso» e sottolineato il «clima di esasperazione a livello nazionale e gozzanese» rilevando che solo il 6 per cento dei migranti è rifugiato politico.
Il prefetto Castaldo ha precisato, rispondendo alle domande, che l’impegno attuale di spesa della Provincia per l’emergenza è di 4,5 milioni di euro con presenze in strutture di Novara, Orta S. Giulio, Marano Ticino, Oleggio, Borgomanero, Ameno, Gozzano e (prossimamente) Maggiora. Secondo il Prefetto se ognuno degli 89 Comuni novaresi si fosse preso in carico una decina di migranti non si sarebbe verificata questa situazione, pur nella consapevolezza della difficoltà di gestione da parte degli Enti locali. «In campo risorse – ha detto Castaldo – che sottraiamo ad altro, nell’attuazione del ‘contemperamento degli interessi’, pur rimanendo prioritario l’impegno per il sociale» (come gli incontri per la situazione ex Bemberg e i dipendenti De Agostini, nonché il problema del trasporto disabili). In particolare ha affermato la disponibilità ad incontrare in altra sede gli ex dipendenti dell’azienda cusiana ed auspicato la possibilità di accedere al “fondo di rotazione” o a tassi agevolati per offrire sostentamento a chi fosse privo di entrate.
Tra i vari interventi quello di Roberto Neri (sindaco di Ameno, comune che già ospita un centinaio di richiedenti asilo), Andrea Giacomini (minoranza consiliare di Orta San Giulio), Andrea Alliata (già presidente del Consiglio parrocchiale gozzanese) che pur nella consapevolezza della complessità della situazione ha espresso il desiderio di «capire se, come comunità, possiamo far qualcosa» e Alberto Cravero (presidente Caritas locale). Islao Patriarca ha esposto il progetto con cui la cooperativa che rappresenta gestirà la quotidianità, volto all’integrazione «in sinergia con i Comuni». Gli operatori (con un rapporto di 1:10) saranno presenti anche di notte e i migranti parteciperanno a lezioni di italiano, svolgeranno lavori socialmente utili e potranno essere coinvolti (come avviene a Orta) in attività sportive. E’ tra l’altro emerso che alcuni Comuni potrebbero decidere di unirsi in convenzione per gestire in primis l’emergenza, primi interlocutori della Prefettura, come ha ricordato il prefetto Castaldo.

Maria Antonietta Trupia

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