Migranti, Galliate ribadisce il suo no

Migranti, Galliate ribadisce il suo no
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GALLIATE - «Galliate non ha alcuna struttura adatta all'accoglienza; il problema dei migranti si risolve attraverso l'accoglienza volontaria dei privati cittadini realizzata con la mediazione della Prefettura. Costerebbe molto meno e ridurrebbe gli attriti sociali causati dalle accoglienze di massa eliminando il problema delle cooperative del malaffare»: il sindaco Davide Ferrari riassume così, su Facebook, la posizione che il Comune ha espresso lunedì durante l’incontro convocato dal prefetto Francesco Paolo Castaldo con i sindaci della provincia.

«Al prefetto - dice l’assessore alla Sicurezza Claudiano Di Caprio - non ho fatto altro che ribadire la posizione già assunta dal nostro Comune in tempi non sospetti, spiegando le ragioni per cui a Galliate non possiamo accogliere migranti. Siamo stati tra le poche Amministrazioni a prendere una posizione chiara e netta fin da subito e ad argomentarla. Noi capiamo le difficoltà, soprattutto di Novara, nel far fronte ad una situazione davvero complessa e che rischia di sfuggire di mano. Ma non è questo il modo per risolverla... Non si tratta di una posizione ideologica, ma di una questione di ordine pubblico. Il Comune non ha strutture idonee per poter accogliere migranti, nè sarebbe in grado di gestire le conseguenti problematiche relative alla sicurezza. Anche perché il rischio è che si parta con cinque senza sapere dove si va a finire...». Certamente, aggiunge Di Caprio, «diverso è il discorso che riguarda privati, associazioni, cooperative...».

E intanto, sulla questione, arriva la presa di posizione della sezione galliatese del Pd: “Vogliamo dire la nostra in merito alla richiesta del Prefetto di Novara che ha radunato i Sindaci della Provincia per chiedere la disponibilità all’accoglienza di migranti richiedenti asilo. L’Italia tutta è chiamata a rispondere ad una emergenza nazionale che richiede uno sforzo collettivo diffuso, una risposta capillare che eviti grossi concentramenti in piccoli centri. Una accoglienza diffusa con l’obiettivo di avere una distribuzione in ragione di 2-3 migranti su mille abitanti. Non è semplice né scontato per gli amministratori dei nostri Comuni trovare strutture pubbliche che abbiano le caratteristiche dovute, ma con uno sforzo teso al coinvolgimento di privati, siano essi cooperative o parrocchie, associazioni o consorzi socio-assistenziali, è doveroso. Purtroppo la realtà è diversa, si scarica il barile e che ci pensi qualcun altro. Solo un Comune su sei nel novarese ha risposto alla chiamata del Prefetto ed accettato di accogliere i migranti. Preferiremmo non dover assistere a vergognose barricate contro lo straniero, né sentire le affermazioni ostinate del nostro sindaco, pronto alle dimissioni pur di non cedere al compromesso… ! Ma perché siamo ostinatamente convinti che questa emergenza vada gestita? Perché crediamo che l’integrazione sia una sfida da vincere? Non si tratta di puro buonismo, ignaro dei rischi e delle difficoltà che questo comporta. Innanzitutto perché siamo persone, uomini e donne e abbiamo un dovere di solidarietà verso chi ha bisogno. In secondo luogo perché è vergognoso lasciare il problema a quelle città e paesi dove i migranti sbarcano e che si trovano in prima linea ad affrontare l’emergenza umanitaria, e infine anche perché l’evento emergenziale è anche una opportunità, che aiuta a far evolvere la nostra società.

Forze giovani che ci aiutano nelle attività che abbiamo abbandonato, con la forza della necessità e la disponibilità di chi ha bisogno. Queste opportunità non si colgono senza impegno e disponibilità da parte nostra. Già oggi i migranti contribuiscono alle casse INPS pagando parte delle nostre pensioni e la nostra economia è già in parte sostenuta dal loro apporto. In altri paesi europei questo fenomeno è ancora più marcato.

E poi , non dimentichiamo la Storia. I migranti italiani di inizio secolo scorso hanno dato un enorme contributo allo sviluppo degli Stati Uniti e non solo. Oggi è l’Italia che deve crescere per avere un futuro in un mondo che ha sempre meno confini e muri, guardare avanti senza la chiusura miope di chi difende con timore solo il proprio orto. Le società che hanno saputo integrare le diversità sono quelle che hanno visto lo sviluppo migliore e oggi ne godono i frutti, chi si è chiuso per motivi ideologici e di egoismo razziale ha fatto solo passi indietro”.

Laura Cavalli

GALLIATE - «Galliate non ha alcuna struttura adatta all'accoglienza; il problema dei migranti si risolve attraverso l'accoglienza volontaria dei privati cittadini realizzata con la mediazione della Prefettura. Costerebbe molto meno e ridurrebbe gli attriti sociali causati dalle accoglienze di massa eliminando il problema delle cooperative del malaffare»: il sindaco Davide Ferrari riassume così, su Facebook, la posizione che il Comune ha espresso lunedì durante l’incontro convocato dal prefetto Francesco Paolo Castaldo con i sindaci della provincia.

«Al prefetto - dice l’assessore alla Sicurezza Claudiano Di Caprio - non ho fatto altro che ribadire la posizione già assunta dal nostro Comune in tempi non sospetti, spiegando le ragioni per cui a Galliate non possiamo accogliere migranti. Siamo stati tra le poche Amministrazioni a prendere una posizione chiara e netta fin da subito e ad argomentarla. Noi capiamo le difficoltà, soprattutto di Novara, nel far fronte ad una situazione davvero complessa e che rischia di sfuggire di mano. Ma non è questo il modo per risolverla... Non si tratta di una posizione ideologica, ma di una questione di ordine pubblico. Il Comune non ha strutture idonee per poter accogliere migranti, nè sarebbe in grado di gestire le conseguenti problematiche relative alla sicurezza. Anche perché il rischio è che si parta con cinque senza sapere dove si va a finire...». Certamente, aggiunge Di Caprio, «diverso è il discorso che riguarda privati, associazioni, cooperative...».

E intanto, sulla questione, arriva la presa di posizione della sezione galliatese del Pd: “Vogliamo dire la nostra in merito alla richiesta del Prefetto di Novara che ha radunato i Sindaci della Provincia per chiedere la disponibilità all’accoglienza di migranti richiedenti asilo. L’Italia tutta è chiamata a rispondere ad una emergenza nazionale che richiede uno sforzo collettivo diffuso, una risposta capillare che eviti grossi concentramenti in piccoli centri. Una accoglienza diffusa con l’obiettivo di avere una distribuzione in ragione di 2-3 migranti su mille abitanti. Non è semplice né scontato per gli amministratori dei nostri Comuni trovare strutture pubbliche che abbiano le caratteristiche dovute, ma con uno sforzo teso al coinvolgimento di privati, siano essi cooperative o parrocchie, associazioni o consorzi socio-assistenziali, è doveroso. Purtroppo la realtà è diversa, si scarica il barile e che ci pensi qualcun altro. Solo un Comune su sei nel novarese ha risposto alla chiamata del Prefetto ed accettato di accogliere i migranti. Preferiremmo non dover assistere a vergognose barricate contro lo straniero, né sentire le affermazioni ostinate del nostro sindaco, pronto alle dimissioni pur di non cedere al compromesso… ! Ma perché siamo ostinatamente convinti che questa emergenza vada gestita? Perché crediamo che l’integrazione sia una sfida da vincere? Non si tratta di puro buonismo, ignaro dei rischi e delle difficoltà che questo comporta. Innanzitutto perché siamo persone, uomini e donne e abbiamo un dovere di solidarietà verso chi ha bisogno. In secondo luogo perché è vergognoso lasciare il problema a quelle città e paesi dove i migranti sbarcano e che si trovano in prima linea ad affrontare l’emergenza umanitaria, e infine anche perché l’evento emergenziale è anche una opportunità, che aiuta a far evolvere la nostra società.

Forze giovani che ci aiutano nelle attività che abbiamo abbandonato, con la forza della necessità e la disponibilità di chi ha bisogno. Queste opportunità non si colgono senza impegno e disponibilità da parte nostra. Già oggi i migranti contribuiscono alle casse INPS pagando parte delle nostre pensioni e la nostra economia è già in parte sostenuta dal loro apporto. In altri paesi europei questo fenomeno è ancora più marcato.

E poi , non dimentichiamo la Storia. I migranti italiani di inizio secolo scorso hanno dato un enorme contributo allo sviluppo degli Stati Uniti e non solo. Oggi è l’Italia che deve crescere per avere un futuro in un mondo che ha sempre meno confini e muri, guardare avanti senza la chiusura miope di chi difende con timore solo il proprio orto. Le società che hanno saputo integrare le diversità sono quelle che hanno visto lo sviluppo migliore e oggi ne godono i frutti, chi si è chiuso per motivi ideologici e di egoismo razziale ha fatto solo passi indietro”.

Laura Cavalli

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