Molesta e minaccia una commessa all’Ipercoop: chiesti 4 mesi

Molesta e minaccia una commessa all’Ipercoop: chiesti 4 mesi
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NOVARA, Quattro mesi di reclusione. Questa la pena richiesta lunedì mattina, in Tribunale a Novara, nei confronti di un sessantenne residente in città, M.B. le sue iniziali. E’ accusato di stalking e tentata violenza privata.La vicenda risale tra il novembre 2013 e il febbraio 2014. Il sessantenne era stato sorpreso a rubare un paio di volte al Centro commerciale San Martino. Per questa ragione gli era stata tolta la tessera soci. A quel punto si era messo a infastidire un’addetta al punto d’ascolto del supermercato. Rivoleva la tessera e, per questo, la minacciava, chiedendole di ritirare la denuncia o le avrebbe fatto del male. “Qui siete tutti comunisti e incapaci – le aveva detto, aggiungendo – Io, sappiate, che sono fascista e ne sono fiero”. La donna aveva allertato le Forze dell’Ordine e i responsabili del Centro commerciale. In aula ha riferito di una situazione molto difficile: “Avevo paura. Aveva minacciato di fare del male a me e alla mia famiglia. Lo vedevo ovunque, a volte anche quando non c’era, tanto ero spaventata”. L’imputato, difeso dall’avvocato Luigi Bruno, in una veloce dichiarazione spontanea, ha confermato quanto fatto, chiedendo scusa e riconoscendo di essersi comportato incivilmente. La sentenza il 17 novembre.mo.c.

NOVARA, Quattro mesi di reclusione. Questa la pena richiesta lunedì mattina, in Tribunale a Novara, nei confronti di un sessantenne residente in città, M.B. le sue iniziali. E’ accusato di stalking e tentata violenza privata.La vicenda risale tra il novembre 2013 e il febbraio 2014. Il sessantenne era stato sorpreso a rubare un paio di volte al Centro commerciale San Martino. Per questa ragione gli era stata tolta la tessera soci. A quel punto si era messo a infastidire un’addetta al punto d’ascolto del supermercato. Rivoleva la tessera e, per questo, la minacciava, chiedendole di ritirare la denuncia o le avrebbe fatto del male. “Qui siete tutti comunisti e incapaci – le aveva detto, aggiungendo – Io, sappiate, che sono fascista e ne sono fiero”. La donna aveva allertato le Forze dell’Ordine e i responsabili del Centro commerciale. In aula ha riferito di una situazione molto difficile: “Avevo paura. Aveva minacciato di fare del male a me e alla mia famiglia. Lo vedevo ovunque, a volte anche quando non c’era, tanto ero spaventata”. L’imputato, difeso dall’avvocato Luigi Bruno, in una veloce dichiarazione spontanea, ha confermato quanto fatto, chiedendo scusa e riconoscendo di essersi comportato incivilmente. La sentenza il 17 novembre.mo.c.

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