Molesta un'addetta del Centro commerciale, condannato a due mesi

Molesta un'addetta del Centro commerciale, condannato a due mesi
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NOVARA, Era alla sbarra per molestie e tentata violenza privata e il pm, alla penultima udienza, aveva chiesto per lui una condanna a 4 mesi. Il giudice,  giovedì, ha riqualificato l’episodio in stalking e condannato l’uomo, M.B. di Novara, a una pena di due mesi.

La vicenda risale tra il novembre del 2013 e il febbraio del 2014. L’uomo era stato sorpreso a rubare un paio di volte al Centro commerciale San Martino. Per questa ragione gli era stata tolta la tessera soci. A quel punto si era messo a infastidire un’addetta al punto d’ascolto del supermercato. Rivoleva indietro la tessera e, per questo, la minacciava, chiedendole di ritirare la denuncia o le avrebbe fatto del male. «Qui siete tutti comunisti e incapaci – le aveva detto – Io, sappiate, che sono fascista». La donna aveva allertato le Forze dell’Ordine e i responsabili del Centro commerciale. In aula aveva riferito di una situazione molto difficile e che non la lasciava serena e tranquilla: «Avevo paura». L’imputato, alla penultima udienza, aveva chiesto scusa, riconoscendo di essersi comportato incivilmente. «Chiedo scusa – aveva riferito – di quello che ho fatto. Era un periodo particolare della mia vita. Certo non avrei mai fatto del male a nessuno».

mo.c.

NOVARA, Era alla sbarra per molestie e tentata violenza privata e il pm, alla penultima udienza, aveva chiesto per lui una condanna a 4 mesi. Il giudice,  giovedì, ha riqualificato l’episodio in stalking e condannato l’uomo, M.B. di Novara, a una pena di due mesi.

La vicenda risale tra il novembre del 2013 e il febbraio del 2014. L’uomo era stato sorpreso a rubare un paio di volte al Centro commerciale San Martino. Per questa ragione gli era stata tolta la tessera soci. A quel punto si era messo a infastidire un’addetta al punto d’ascolto del supermercato. Rivoleva indietro la tessera e, per questo, la minacciava, chiedendole di ritirare la denuncia o le avrebbe fatto del male. «Qui siete tutti comunisti e incapaci – le aveva detto – Io, sappiate, che sono fascista». La donna aveva allertato le Forze dell’Ordine e i responsabili del Centro commerciale. In aula aveva riferito di una situazione molto difficile e che non la lasciava serena e tranquilla: «Avevo paura». L’imputato, alla penultima udienza, aveva chiesto scusa, riconoscendo di essersi comportato incivilmente. «Chiedo scusa – aveva riferito – di quello che ho fatto. Era un periodo particolare della mia vita. Certo non avrei mai fatto del male a nessuno».

mo.c.

 

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