Molestò la sorella della fidanzata, minorenne: condannato a due anni di reclusione

Molestò la sorella della fidanzata, minorenne: condannato a due anni di reclusione
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NOVARA - Avrebbe abusato della sorella della sua fidanzata, una bambina che all’epoca dei fatti aveva 12 anni. Per questo, un 23enne novarese è finito alla sbarra, in Tribunale a Novara, con l’accusa di violenza sessuale su minore. Per questi fatti, che risalirebbero a circa cinque anni fa, venerdì 22 aprile è stato condannato a due anni di reclusone.

In aula, dopo aver ascoltato l’ultimo testimone, un carabiniere che aveva raccolto le parole della madre delle due ragazze, che, in strada, gli aveva riferito come il giovane avesse approfittato della figlia più piccola, il pm Marco Grandolfo ha chiesto una condanna a 5 anni. «Le accuse, dopo quanto ascoltato nel dibattimento – ha sostenuto nella sua requisitoria – sono fondate. La sorella più grande, fidanzata all’epoca dell’attuale imputato, inoltre, ha riferito come una sera aveva sentito la sorella dire ‘mi fai male’. Aveva così voluto andare più a fondo ai fatti e aveva chiesto alla sorellina cosa accadesse. Il ragazzo, scoperto, era stato lasciato e cacciato (da qualche tempo viveva in casa con la sua fidanzata e i suoi famigliari, ndr)». Il pm ha così chiesto 5 anni di reclusione, pur sottolineando la tenuità del fatto.

Il difensore: «chiedo che si valutino le caratteristiche dei due soggetti coinvolti, una bambina di 12 anni e un ragazzo che aveva 18 anni da poco e che certo non era un adulto. Erano due ragazzini. Era un ambiente in cui regnava la promiscuità». Ha, quindi, chiesto l’assoluzione e il non doversi procedere per fatti posteriori al 2012. Il Collegio ha condannato il ragazzo a 2 anni di reclusione.

mo.c.

 

NOVARA - Avrebbe abusato della sorella della sua fidanzata, una bambina che all’epoca dei fatti aveva 12 anni. Per questo, un 23enne novarese è finito alla sbarra, in Tribunale a Novara, con l’accusa di violenza sessuale su minore. Per questi fatti, che risalirebbero a circa cinque anni fa, venerdì 22 aprile è stato condannato a due anni di reclusone.

In aula, dopo aver ascoltato l’ultimo testimone, un carabiniere che aveva raccolto le parole della madre delle due ragazze, che, in strada, gli aveva riferito come il giovane avesse approfittato della figlia più piccola, il pm Marco Grandolfo ha chiesto una condanna a 5 anni. «Le accuse, dopo quanto ascoltato nel dibattimento – ha sostenuto nella sua requisitoria – sono fondate. La sorella più grande, fidanzata all’epoca dell’attuale imputato, inoltre, ha riferito come una sera aveva sentito la sorella dire ‘mi fai male’. Aveva così voluto andare più a fondo ai fatti e aveva chiesto alla sorellina cosa accadesse. Il ragazzo, scoperto, era stato lasciato e cacciato (da qualche tempo viveva in casa con la sua fidanzata e i suoi famigliari, ndr)». Il pm ha così chiesto 5 anni di reclusione, pur sottolineando la tenuità del fatto.

Il difensore: «chiedo che si valutino le caratteristiche dei due soggetti coinvolti, una bambina di 12 anni e un ragazzo che aveva 18 anni da poco e che certo non era un adulto. Erano due ragazzini. Era un ambiente in cui regnava la promiscuità». Ha, quindi, chiesto l’assoluzione e il non doversi procedere per fatti posteriori al 2012. Il Collegio ha condannato il ragazzo a 2 anni di reclusione.

mo.c.

 

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