‘ndrangheta, Vco al setaccio ma l’ossolano fermato non c’entra

‘ndrangheta, Vco al setaccio ma l’ossolano fermato non c’entra
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19 DICEMBRE Prima, doverosamente, l’aggiornamento di cronaca: nel tardo pomeriggio di mercoledì è tornato in libertà il 41enne calabrese residente a Domodossola, frontaliere in Svizzera, arrestato martedì mattina nell’ambito dell’operazione “Saggio Compagno” della Dda di Reggio Calabria che aveva disposto il fermo di 36 soggetti accusati a vario titolo di appartenere alle cosche facenti capo alla “locale” di Cinquefrondi. Per delega l’udienza di convalida del fermo si è tenuta appunto mercoledì in Tribunale a Verbania. Ebbene, il gip non ha convalidato e ha disposto l’immediata remissione in libertà. Le carte tornano ora al Reggio Calabria, dove l’uomo resta indagato.

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Avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo, i clan, secondo l’accusa, puntavano a controllare e a sfruttare le risorse economiche del Reggino, con collegamenti al Nord e all’estero. La Procura: «È noto come la Val d’Ossola sia un territorio di interesse per alcune cosche della ‘ndrangheta. Troviamo lì personaggi che operano strettamente con la ”locale” di Cinquefrondi. Si parla, in questi casi, di necessità di investire in altri territori in maniera illecita, soprattutto, come è solito fare, nella grande distribuzione o nell’edilizia». Il Vco sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti.

19 DICEMBRE Prima, doverosamente, l’aggiornamento di cronaca: nel tardo pomeriggio di mercoledì è tornato in libertà il 41enne calabrese residente a Domodossola, frontaliere in Svizzera, arrestato martedì mattina nell’ambito dell’operazione “Saggio Compagno” della Dda di Reggio Calabria che aveva disposto il fermo di 36 soggetti accusati a vario titolo di appartenere alle cosche facenti capo alla “locale” di Cinquefrondi. Per delega l’udienza di convalida del fermo si è tenuta appunto mercoledì in Tribunale a Verbania. Ebbene, il gip non ha convalidato e ha disposto l’immediata remissione in libertà. Le carte tornano ora al Reggio Calabria, dove l’uomo resta indagato.

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Avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo, i clan, secondo l’accusa, puntavano a controllare e a sfruttare le risorse economiche del Reggino, con collegamenti al Nord e all’estero. La Procura: «È noto come la Val d’Ossola sia un territorio di interesse per alcune cosche della ‘ndrangheta. Troviamo lì personaggi che operano strettamente con la ”locale” di Cinquefrondi. Si parla, in questi casi, di necessità di investire in altri territori in maniera illecita, soprattutto, come è solito fare, nella grande distribuzione o nell’edilizia». Il Vco sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti.

 

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