«Nessuna ronda, ma consapevolezza»

«Nessuna ronda, ma consapevolezza»
Pubblicato:
Aggiornato:

GALLIATE - «Noi non facciamo ronde»: Walter Valsecchi, dell’associazione Controllo del vicinato l’ha voluto subito precisare, lunedì sera davanti al pubblico che affollava la sala consiliare per la presentazione del progetto che a breve dovrebbe prendere il via anche a Galliate, sulla spinta della Consulta sicurezza. «Anche se Galliate viene considerata una città sicura - ha spiegato il presidente della Consulta Domenico Larnè - non bisogna abbassare la guardia e cercare di migliorare sempre. Controllo del vicinato significa più occhi che vigilano sul comune».L’Amministrazione comunale, ha rimarcato il sindaco Davide Ferrari, «ha sempre puntato molto sulla sicurezza, investendo in tecnologia. Oggi abbiamo uno dei sistemi di videosorveglianza più efficienti del circondario. Ma la tecnologia non può prescindere dal fattore umano: Polizia municipale, Carabinieri, associazioni di volontariato fanno la loro parte importantissima. Ed ora è il momento di coinvolgere i cittadini: riappropriarsi del territorio in cui si vive è il modo migliore per sentirsi sicuri».E proprio a questo mira l’associazione Controllo del vicinato che, costituita nel 2013, è composta da una rete territoriale di volontari e specialisti volontari che forniscono consulenza e supporto gratuito alle Amministrazioni, alle associazioni locali e a privati cittadini che intendono sviluppare nel proprio territorio programmi di sicurezza residenziale. «In pratica - ha esemplificato Valsecchi - si tratta di riprendere ciò che accadeva nei cortili di 40 anni fa, quando tutti erano attenti a ciò che accadeva: soltanto in modo più organizzato». L’obiettivo è quello di creare “gruppi di vicinato” (che comprendono vie, o gruppi di vie), ciascuno con un proprio referente che si rapporti alle forze dell’ordine. «Mai, in nessun caso, - ha precisato Valsecchi - i componenti dei gruppi devono intervenire direttamente o pensare di sostituirsi a Carabinieri o Polizia municipale. Partecipare ad un gruppo di Controllo del vicinato non fa correre alcun rischio, non richiede alcun atto di eroismo né alcuna attività di pattugliamento. Si tratta solo di avere una diversa consapevolezza del proprio ambiente: allarmi che suonano, cani che abbaiano insistentemente, invocazioni di aiuto non devono passare inosservati. Questa attività deve essere pubblicizzata, anche con l’installazione di appositi cartelli, in modo che i ladri ricevano il chiaro messaggio che in quella zona non si esiterà a chiamare le forze dell'ordine in caso di comportamenti sospetti».

Laura Cavalli

Leggi l’articolo integrale sul Corriere di Novara di giovedì 3 marzo 2016

GALLIATE - «Noi non facciamo ronde»: Walter Valsecchi, dell’associazione Controllo del vicinato l’ha voluto subito precisare, lunedì sera davanti al pubblico che affollava la sala consiliare per la presentazione del progetto che a breve dovrebbe prendere il via anche a Galliate, sulla spinta della Consulta sicurezza. «Anche se Galliate viene considerata una città sicura - ha spiegato il presidente della Consulta Domenico Larnè - non bisogna abbassare la guardia e cercare di migliorare sempre. Controllo del vicinato significa più occhi che vigilano sul comune».L’Amministrazione comunale, ha rimarcato il sindaco Davide Ferrari, «ha sempre puntato molto sulla sicurezza, investendo in tecnologia. Oggi abbiamo uno dei sistemi di videosorveglianza più efficienti del circondario. Ma la tecnologia non può prescindere dal fattore umano: Polizia municipale, Carabinieri, associazioni di volontariato fanno la loro parte importantissima. Ed ora è il momento di coinvolgere i cittadini: riappropriarsi del territorio in cui si vive è il modo migliore per sentirsi sicuri».E proprio a questo mira l’associazione Controllo del vicinato che, costituita nel 2013, è composta da una rete territoriale di volontari e specialisti volontari che forniscono consulenza e supporto gratuito alle Amministrazioni, alle associazioni locali e a privati cittadini che intendono sviluppare nel proprio territorio programmi di sicurezza residenziale. «In pratica - ha esemplificato Valsecchi - si tratta di riprendere ciò che accadeva nei cortili di 40 anni fa, quando tutti erano attenti a ciò che accadeva: soltanto in modo più organizzato». L’obiettivo è quello di creare “gruppi di vicinato” (che comprendono vie, o gruppi di vie), ciascuno con un proprio referente che si rapporti alle forze dell’ordine. «Mai, in nessun caso, - ha precisato Valsecchi - i componenti dei gruppi devono intervenire direttamente o pensare di sostituirsi a Carabinieri o Polizia municipale. Partecipare ad un gruppo di Controllo del vicinato non fa correre alcun rischio, non richiede alcun atto di eroismo né alcuna attività di pattugliamento. Si tratta solo di avere una diversa consapevolezza del proprio ambiente: allarmi che suonano, cani che abbaiano insistentemente, invocazioni di aiuto non devono passare inosservati. Questa attività deve essere pubblicizzata, anche con l’installazione di appositi cartelli, in modo che i ladri ricevano il chiaro messaggio che in quella zona non si esiterà a chiamare le forze dell'ordine in caso di comportamenti sospetti».

Laura Cavalli

Leggi l’articolo integrale sul Corriere di Novara di giovedì 3 marzo 2016

Seguici sui nostri canali