Non calano i ricoveri al "Maggiore"
La Regione Piemonte comunica 426 nuovi casi, ma a fronte di soli 3.408 tamponi eseguiti.
Non calano più i ricoveri di pazienti positivi al covid 19 all'ospedale "Maggiore" di Novara: nella giornata di oggi, Santo Stefano, sono 110 le persone ricoverate. Un numero che sembra essersi stabilizzato, con piccole variazioni, ormai da diversi giorni.
Ancora due decessi, sette le persone in terapia intensiva
Il bollettino dell'Azienda ospedaliero universitaria di Novara per la giornata di Santo Stefano segnala che i ricoverati covid sono 110: 7 in terapia intensiva, 20 in subintensiva, 21 a Galliate, 10 in malattie infettive, 52 nei reparti covid della sede centrale. Ancora due, purtroppo, i decessi: una donna (1929) e un uomo (1937) Due le persone trasferite, nessun dimesso.
In Piemonte 426 nuovi positivi (ma solo 3408 tamponi)
Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 426 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 19 dopo test antigenico), pari al 12,5 % dei 3408 tamponi eseguiti, di cui 704 antigenici. Un numero di test decisamente inferiore alla media, compliceDei 426 nuovi casi, gli asintomatici sono 158 , pari al 37,1 %. I casi sono così ripartiti: 100 screening, 184 contatti di caso, 142 con indagine in corso; per ambito: 28 Rra/Strutture socio-assistenziali, 26 scolastico, 372 popolazione generale. Il totale dei casi positivi diventa quindi 196.748, dei quali 15.347 (+40) a Novara.
I ricoverati in terapia intensiva sono 208 (-6), quelli non in terapia intensiva sono 3011 (- 18).
345 i guariti, dei quali 126 in provincia di Novara.
Sono 12 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 3 verificatisi oggi
Variante "inglese": i test utilizzati in Piemonte la individuano
Intanto, dopo l'allarme per la nuova variante Covid, la Regione fa sapere che i test diagnostici, sia molecolari che antigenici rapidi, utilizzati in Piemonte, prevedono, rispettivamente, la ricerca di più geni virali e di una proteina altamente conservata del virus (nucleoproteina), dunque sono in grado di identificare le varianti del Coronavirus, secondo quanto richiesto dalla nota dell’Istituto Superiore di Sanità in proposito. Tecnicamente la nuova variante, identificata recentemente nel Regno Unito ma segnalata nel mondo da settembre e ad oggi da altri paesi europei quali Danimarca, Paesi Bassi, Belgio e Italia, è caratterizzata da mutazioni multiple della proteina S (Spike), oltre che dalla presenza di altre mutazioni in altre regioni del virus.
“Alla luce di quanto richiesto dalla nota dell’Istituto Superiore di Sanità – afferma l’assessore regionale alla Ricerca applicata Covid, Matteo Marnati - mi sono immediatamente attivato per verificare, attraverso le nostre strutture, l’eventuale criticità dovuta alla variante del virus. E’ stata dunque fatta una pronta valutazione dei reagenti che utilizzano i nostri laboratori, pubblici e accreditati dalla Regione, e abbiamo verificato che l’eventuale variante è coperta, perché i reagenti utilizzati e i test diagnostici acquistati dal Dirmei e dalle Asl piemontesi, prevedrebbero già la ricerca di più geni virali e quindi sono in grado di ricercare tutte le possibili varianti note del Coronavirus”.