Novara, perquisizione in carcere: scoperto un telefonino

Il sindacato: "Oggetti che possono senz’altro minare l'ordine e la sicurezza, oltre a favorire le dinamiche criminose nel penitenziario”

Novara, perquisizione in carcere: scoperto un telefonino
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A dare notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

Scoperto un telefonino in carcere

Sabato scorso, 17 febbraio 2024, il personale di Polizia Penitenziaria in servizio nella Casa Circondariale di Novara ha scoperto, in spazi comuni destinati ai detenuti, un microtelefono completo di caricabatteria. Vicente Santilli, segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, commenta: “Questo risultato è stato ottenuto grazie al monitoraggio dei poliziotti: questo ritrovamento di oggetti che possono senz’altro minare l'ordine e la sicurezza del carcere, oltre a favorire le dinamiche criminose nel penitenziario, inquieta non poco”.

Per Santilli, “nonostante la previsione di reato prevista dal art. 391 ter del Codice penale di recente emanazione per l'ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi. Torniamo a sollecitare urgenti soluzioni drastiche, come la schermatura delle Sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”.

"Fondamentali le attività di intelligence e controllo"

Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, evidenzia come i rinvenimenti nel carcere di Novara “fanno comprendere come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della Polizia Penitenziaria diviene fondamentale. Questo deve convincere sempre più sull’importanza da dedicare all’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari, come ad esempio le attività finalizzate a prevenire i tentativi di introduzione di droga in carcere, proprio in materia di contrasto all’uso ed al commercio di stupefacenti”.

E sul possesso ed uso di cellulari in cella, il leader nazionale del SAPPE evidenzia che "è sempre e solo grazie all'alta professionalità dei Baschi Azzurri della Polizia penitenziaria che ancora una volta si è riusciti a garantire la sicurezza interna degli istituti ed è positivo avere appreso dai vertici del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria che gli appelli lanciati dal SAPPE da tempo sarebbero stati finalmente raccolti tanto che si sta lavorando al progetto di schermatura degli istituti, proprio per neutralizzare l'utilizzo dei telefoni cellulari e scoraggiarne l'introduzione, garantendo così quella prevenzione che, in casi di questo tipo, può risultare più efficace della repressione".

Capece conclude ricordando che “la Polizia Penitenziaria, a Novara e nelle altre prigioni d’Italia, è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. Il numero elevato di tossicodipendenti richiama l’interesse degli spacciatori che tentano di trasformare la detenzione in business”.

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