Novara “schiavi dei volantini”: il pm chiede 18 rinvii a giudizio
Presunto gruppo criminoso che avrebbe sfruttato giovani pakistani del quartiere Sant’Agabio
Il pubblico ministero Giovanni Castellani ha chiesto il rinvio a giudizio di 18 persone nell’ambito dell’inchiesta della Squadra Mobile della polizia, poi coadiuvata dalla Guardia di finanza novarese, su un presunto gruppo criminoso che avrebbe sfruttato giovani pakistani del quartiere Sant’Agabio per operazioni di volantinaggio in città ma non soltanto.
I dettagli
Un’inchiesta, va ricordato, che era seguita ai controlli avvenuti a Sant’Agabio stessa e nell’ex Olcese, la fabbrica dismessa nei pressi della stazione ferroviaria. Secondo la procura, che ha svolto le indagini, a capo dell’organizzazione ci sarebbe un 46enne di Granozzo, già noto alle cronache giudiziarie, mentre suoi “bracci destri” sarebbero due pakistani. E’ sin qui emerso che il sedicente gruppo avrebbe reclutato giovani pakistani, costringendoli a lavorare anche 16 o 17 ore al giorno per pochissimi euro all’ora, si parla due o tre al massimo. I malcapitati, sempre secondo gli inquirenti, dopo i turni massacranti di volantinaggio – per reclamizzare offerte di vari centri commerciali e negozi – sarebbero stati fatti alloggiare “ammassati” in appartamenti fatiscenti e in pessime condizioni igienico sanitarie nel popoloso rione di Sant’Agabio, con allacci abusivi a luce e gas e anche durante il periodo di picco del Covid, senza protezioni. Dal loro “stipendio” veniva poi detratta una cifra per l’occupazione del posto letto. Ma l’organizzazione avrebbe anche messo in piedi un giro di affari ritenuti illeciti fatto di false fatture, frode fiscale, riciclaggio e altro ancora.
Sono stati sequestrati circa 4 milioni di euro, denaro “nero” che non sarebbe stato regolarmente denunciato. Lo stesso giro di volantinaggio avrebbe nel tempo assunto dimensioni piuttosto importanti, uscendo dai confini del Piemonte e allargandosi alle regioni circostanti. Le 18 persone finite nei guai rispondono, a vario titolo, di sfruttamento del lavoro e compariranno in aula al tribunale di Novara, salvo imprevisti, a gennaio 2024 per affrontare l’udienza preliminare.
La vicenda degli “schiavi dei volantini”, esplosa nel dicembre del 2021, aveva suscitato clamore. All’epoca erano stati posto sotto sequestro anche i vecchi e fatiscenti furgoni utilizzati per il caporalato e per contenere migliaia e migliaia di volantini da distribuire ogni giorno in giro per il Nord d’Italia. All’indagine ha collaborato anche la polizia locale di San Pietro Mosezzo: nella zona industriale del paese aveva infatti sede la società di volantinaggio. Il dirigente della Squadra Mobile, Massimo Auneddu, aveva spiegato i contorni dell’operazione che due anni dopo ha i suoi primi sviluppi.