Omicidio di Bee, eseguita l’autopsia sulla salma di Alessia Partesana

Omicidio di Bee, eseguita l’autopsia sulla salma di Alessia Partesana
Pubblicato:

E’ stata eseguita la mattina di martedì 27, all’obitorio dell’ospedale Castelli,  l’autopsia sulla salma di Alessia Partesana, 29 anni, la giovane mamma di Bee, trafitta con 32 coltellate, nella prima mattinata di sabato 24, dal compagno, Marco Lopez Tacchini, 33 anni. Anche se, dopo le dichiarazioni spontanee rese dall’uomo, prima per telefono ai carabinieri, poi al comando di Verbania dove si è costituito spontaneamente, al sostituto procuratore Nicola Mezzina, infine, al giudice per le indagini preliminari Beatrice Alesci, rimane ben poco da chiarire sia sulla dinamica che sulle motivazioni del raptus omicida. Tacchini avrebbe confermato d’esser roso dalla gelosia, di temere d’essere abbandonato dalla compagna.

La lite mortale sarebbe scoppiata mentre la donna si stava preparando a partire per Cannobio, dove lavorava come operatrice socio sanitaria all’opera pia “Uccelli”. La bimba non si sarebbe accorta di nulla. Né durante l’assassinio della madre, né quando i carabinieri, dopo che l’uomo si è consegnato con le mani e gli abiti ancora imbrattati di sangue, hanno raggiunto l’alloggio della palazzina di Bee. L’avrebbero trovata nella sua camera con la tv accesa e avvertito il nonno materno, che l’ha presa con sé. Passata la furia omicida, Tacchini, avrebbe preso coscienza dell’enormità del gesto compiuto. L’ha riferito ai cronisti il suo legale, assegnatogli d’ufficio e poi diventato difensore di fiducia, avvocato Antonello Riccio al quale avrebbe detto: “Sono diventato un mostro”. 

Vuoi saperne di più? Leggilo sul Corriere di Novara di giovedì 29 dicembre

E’ stata eseguita la mattina di martedì 27, all’obitorio dell’ospedale Castelli,  l’autopsia sulla salma di Alessia Partesana, 29 anni, la giovane mamma di Bee, trafitta con 32 coltellate, nella prima mattinata di sabato 24, dal compagno, Marco Lopez Tacchini, 33 anni. Anche se, dopo le dichiarazioni spontanee rese dall’uomo, prima per telefono ai carabinieri, poi al comando di Verbania dove si è costituito spontaneamente, al sostituto procuratore Nicola Mezzina, infine, al giudice per le indagini preliminari Beatrice Alesci, rimane ben poco da chiarire sia sulla dinamica che sulle motivazioni del raptus omicida. Tacchini avrebbe confermato d’esser roso dalla gelosia, di temere d’essere abbandonato dalla compagna.

La lite mortale sarebbe scoppiata mentre la donna si stava preparando a partire per Cannobio, dove lavorava come operatrice socio sanitaria all’opera pia “Uccelli”. La bimba non si sarebbe accorta di nulla. Né durante l’assassinio della madre, né quando i carabinieri, dopo che l’uomo si è consegnato con le mani e gli abiti ancora imbrattati di sangue, hanno raggiunto l’alloggio della palazzina di Bee. L’avrebbero trovata nella sua camera con la tv accesa e avvertito il nonno materno, che l’ha presa con sé. Passata la furia omicida, Tacchini, avrebbe preso coscienza dell’enormità del gesto compiuto. L’ha riferito ai cronisti il suo legale, assegnatogli d’ufficio e poi diventato difensore di fiducia, avvocato Antonello Riccio al quale avrebbe detto: “Sono diventato un mostro”. 

Vuoi saperne di più? Leggilo sul Corriere di Novara di giovedì 29 dicembre

 


Seguici sui nostri canali