Testimonianza in aula

Omicidio di Ornavasso: la testimonianza del padre, “Non desideravo uccidere Nicolò”

Edoardo Borghini ha raccontato in Corte d’Assise la drammatica notte in cui ha ucciso il figlio: «Temevo per la vita di mia moglie»

Omicidio di Ornavasso: la testimonianza del padre, “Non desideravo uccidere Nicolò”

La mattina del 18 dicembre 2025, la Corte d’Assise di Novara ha ascoltato la testimonianza toccante di Edoardo Borghini, 64 anni, accusato dell’omicidio del figlio Nicolò, 34 anni, colpito a morte con due proiettili il 19 gennaio scorso a Ornavasso.

La ricostruzione della tragedia

Durante oltre due ore di deposizione, Borghini ha descritto i momenti che hanno preceduto la tragedia, culminati in un violento litigio familiare che si è trasformato in aggressione fisica.

Secondo il padre, Nicolò tornò a casa poco dopo le 20, mostrando un comportamento aggressivo nei confronti dei genitori e colpendo ripetutamente la madre. «Mia moglie urlava “Edoardo, aiuto, questa volta ci ammazza”», ha dichiarato Borghini. I genitori si sono rifugiati in cantina, spiegando di non aver lasciato l’abitazione a causa del freddo e della pioggia. Successivamente, preoccupati per la cognata disabile rimasta in casa, sono tornati al piano superiore.

È in questo frangente che Borghini ha deciso di impugnare il fucile: «Dopo tutto questo terrore ho pensato di dover proteggere mia moglie». Ha spiegato di aver tentato di mirare alle gambe del figlio, gridando: «Basta Nicolò, basta». Ha inoltre aggiunto di aver temuto per la vita della moglie. Il primo colpo ha colpito il torace, mentre il secondo «è partito d’istinto. Il dito si è contratto…». Con le lacrime agli occhi, ha concluso: «Non volevo uccidere mio figlio…».

In aula è emerso anche il passato di Nicolò, caratterizzato da problematiche comportamentali sin dall’infanzia e da un percorso di supporto da parte di medici e psicologi. Durante un’udienza precedente, la madre aveva confessato: «Quella sera non riuscivo a fermarlo, così violento non l’avevo mai visto».

L’articolo completo è firmato da Massimo Delzoppo ed è stato pubblicato sul Corriere di Novara del 18 dicembre.