Omicidio di via Juvarra: il giovane fermato per il delitto resterà in carcere ancora 30 giorni

Omicidio di via Juvarra: il giovane fermato per il delitto resterà in carcere ancora 30 giorni
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NOVARA - Andrea Corallo, il 27enne fermato per il delitto di Davide Gabasio, muratore di 47 anni e ‘patrigno’ del giovane, resterà in carcere per altri 30 giorni, dopo i primi 30 disposti dal gip Angela Fasano all’indomani del delitto avvenuto nel condominio di via Juvarra 5 il 14 marzo, per salvaguardare le necessarie esigenze di ricerche probatorie. Alla scadenza di oggi il gip ha rinnovato la custodia cautelare dal momento che non sono ancora state depositate la perizia autoptica e la relazione sui rilievi nell’appartamento all’ottavo piano. I periti hanno chiesto altro tempo, per ulteriori accertamenti. «Ragion per cui il quadro cautelare - spiega l’avvocato Annalisa Lipari, che assiste il 27enne - è rimasto immutato».

Intanto le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Novara coordinata dal pm Nicola Serianni, proseguono. In questo mese sono stati ascoltati diversi testimoni, vicini di casa, parenti, amici, conoscenti. Il punto, comunque, è di stabilire se si sia trattato di un gesto volontario oppure, come sostiene il 27enne, di una reazione, di una difesa a un’aggressione con tanto di bastone impugnato dal muratore. Quest’ultimo era poi stato attinto da una coltellata al fianco, colpito appunto dal figlio dell’ex compagna, con cui viveva dopo la morte della donna, avvenuta nel 2009. Per arrivare a una ricostruzione certa e chiara, come riferisce la Procura, ci si avvarrà anche degli esperti del ‘pattern’ di Milano, in grado di studiare e analizzare la forma, la geometria delle macchie di sangue repertate nell’appartamento. Si dovrebbe riuscire a stabilire se si sia trattato di azione violenta volontaria oppure effettivamente di legittima difesa, ed eventualmente di che portata. 

Monica Curino

 

Per saperne di più, leggi il Corriere di Novara in edicola giovedì 16 aprile

NOVARA - Andrea Corallo, il 27enne fermato per il delitto di Davide Gabasio, muratore di 47 anni e ‘patrigno’ del giovane, resterà in carcere per altri 30 giorni, dopo i primi 30 disposti dal gip Angela Fasano all’indomani del delitto avvenuto nel condominio di via Juvarra 5 il 14 marzo, per salvaguardare le necessarie esigenze di ricerche probatorie. Alla scadenza di oggi il gip ha rinnovato la custodia cautelare dal momento che non sono ancora state depositate la perizia autoptica e la relazione sui rilievi nell’appartamento all’ottavo piano. I periti hanno chiesto altro tempo, per ulteriori accertamenti. «Ragion per cui il quadro cautelare - spiega l’avvocato Annalisa Lipari, che assiste il 27enne - è rimasto immutato».

Intanto le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Novara coordinata dal pm Nicola Serianni, proseguono. In questo mese sono stati ascoltati diversi testimoni, vicini di casa, parenti, amici, conoscenti. Il punto, comunque, è di stabilire se si sia trattato di un gesto volontario oppure, come sostiene il 27enne, di una reazione, di una difesa a un’aggressione con tanto di bastone impugnato dal muratore. Quest’ultimo era poi stato attinto da una coltellata al fianco, colpito appunto dal figlio dell’ex compagna, con cui viveva dopo la morte della donna, avvenuta nel 2009. Per arrivare a una ricostruzione certa e chiara, come riferisce la Procura, ci si avvarrà anche degli esperti del ‘pattern’ di Milano, in grado di studiare e analizzare la forma, la geometria delle macchie di sangue repertate nell’appartamento. Si dovrebbe riuscire a stabilire se si sia trattato di azione violenta volontaria oppure effettivamente di legittima difesa, ed eventualmente di che portata. 

Monica Curino

 

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