Omicidio Gennari: “Volevo solo il suo bene... sono disperato”

Omicidio Gennari: “Volevo solo il suo bene... sono disperato”
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NOVARA - L’uno fermato con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere, in carcere in attesa dell’udienza di convalida in programma questa mattina, sabato, davanti al gip; l’altro indagato a piede libero per concorso nell’occultamento del corpo. Nicola Sansarella, 39enne sposato con due figli piccoli, personaggio noto alle cronache giudiziarie, e Cristian Guerrini, 44enne divorziato, sono finiti, appunto a vario titolo, nei guai – praticamente rei confessi dopo essere stati individuati a tempo di record dai Carabinieri - per la morte di Andrea Gennari, 44enne di Granozzo, grande amico dello stesso Sansarella. I due erano accomunati non solo dalla passione per il Novara calcio bensì anche da affari in comune. Insieme avevano gestito il bar Snoopy di piazzale Donatello, e poi altre attività, e insieme avevano anche dato prova di volontariato e solidarietà. I due lunedì sera 14 dicembre avevano visto insieme in Tv al bar la partita Novara-Trapani, insieme avevano bevuto, e anche tanto, ma alla fine avevano litigato. Perchè?

“Andrea voleva tornare a Granozzo in auto (vettura cointestata ai due, ndr) – ha riferito agli inquirenti Sansarella - ma io ero preoccupato… non volevo, perchè era ubriaco. Gli ho chiesto di passare la notte nella baracca di Guerrini (nella foto)… lui si è rifiutato, abbiamo litigato, siamo venuti alle mani, l’ho picchiato… ma non volevo assolutamente ucciderlo… eravamo come fratelli… mi dispiace, sono disperato”. Gennari non sarebbe morto subito, bensì a distanza di ore. Poi sarebbe stato sepolto da Sansarella con l’aiuto di Guerrini nelle vicinanze della baracca.

Solo l’autopsia, in programma lunedì, potrà stabilire le cause del decesso: conseguenza delle botte, oppure assideramento, o cos’altro? 

Paolo Viviani

 

Leggi sul Corriere di Novara in edicola sabato 19 dicembre l’articolo integrale oltre alla cronaca ora per ora di giorni di autentica follia, i retroscena del dramma, i commenti dei difensori degli indagati e un viaggio a Granozzo, dove risiedeva la vittima, e negli ambienti novaresi frequentati dai protagonisti della tragica vicenda

NOVARA - L’uno fermato con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere, in carcere in attesa dell’udienza di convalida in programma questa mattina, sabato, davanti al gip; l’altro indagato a piede libero per concorso nell’occultamento del corpo. Nicola Sansarella, 39enne sposato con due figli piccoli, personaggio noto alle cronache giudiziarie, e Cristian Guerrini, 44enne divorziato, sono finiti, appunto a vario titolo, nei guai – praticamente rei confessi dopo essere stati individuati a tempo di record dai Carabinieri - per la morte di Andrea Gennari, 44enne di Granozzo, grande amico dello stesso Sansarella. I due erano accomunati non solo dalla passione per il Novara calcio bensì anche da affari in comune. Insieme avevano gestito il bar Snoopy di piazzale Donatello, e poi altre attività, e insieme avevano anche dato prova di volontariato e solidarietà. I due lunedì sera 14 dicembre avevano visto insieme in Tv al bar la partita Novara-Trapani, insieme avevano bevuto, e anche tanto, ma alla fine avevano litigato. Perchè?

“Andrea voleva tornare a Granozzo in auto (vettura cointestata ai due, ndr) – ha riferito agli inquirenti Sansarella - ma io ero preoccupato… non volevo, perchè era ubriaco. Gli ho chiesto di passare la notte nella baracca di Guerrini (nella foto)… lui si è rifiutato, abbiamo litigato, siamo venuti alle mani, l’ho picchiato… ma non volevo assolutamente ucciderlo… eravamo come fratelli… mi dispiace, sono disperato”. Gennari non sarebbe morto subito, bensì a distanza di ore. Poi sarebbe stato sepolto da Sansarella con l’aiuto di Guerrini nelle vicinanze della baracca.

Solo l’autopsia, in programma lunedì, potrà stabilire le cause del decesso: conseguenza delle botte, oppure assideramento, o cos’altro? 

Paolo Viviani

 

Leggi sul Corriere di Novara in edicola sabato 19 dicembre l’articolo integrale oltre alla cronaca ora per ora di giorni di autentica follia, i retroscena del dramma, i commenti dei difensori degli indagati e un viaggio a Granozzo, dove risiedeva la vittima, e negli ambienti novaresi frequentati dai protagonisti della tragica vicenda

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