Operazione “Caro nipote”: in aula tre della banda accusata di truffare anziani in tutta Italia

Operazione “Caro nipote”: in aula tre della banda accusata di truffare anziani in tutta Italia
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NOVARA – Riprende oggi martedì 10 novembre, in Tribunale a Novara, il processo che riguarda tre componenti del gruppo della banda di rom, che due anni fa era stata sgominata con l’operazione “Caro Nipote”. Un’inchiesta coordinata dalla Procura di Novara, con il sostituto procuratore Ciro Caramore, e portata avanti dai Carabinieri di Genova.

Stando alle accuse il gruppo si sarebbe dedicato a truffe ai danni di anziani. I Carabinieri liguri ne avevano scoperte 253 tra Italia, Svizzera, Repubblica Ceca, Canada, Usa, Germania e Svezia.

Base operativa, in Italia, era proprio Novara, in particolare tra il campo di Agognate e l’abitazione posta all’angolo tra corso Trieste e strada Due Ponti. Dopo le condanne in abbreviato, che negli scorsi mesi hanno interessato sei soggetti, ora al processo ordinario ci sono Jan Lakatosz, Maria Kierpacz e Jan Kopacz.

Fondamentale, nel processo, sono le telefonate intercorse tra i telefonisti in Polonia e gli autori dei furti poi in Italia. Per questo negli scorsi mesi era stato affidato l’incarico a un perito per la trascrizione delle intercettazioni telefoniche. Il gruppo telefonava a persone che scovavano sulle rubriche telefoniche. Giudicavano dal nome l’età del soggetto (‘Cesira’ e altri nomi poco usuali erano i ‘preferiti’) e, quindi, mettevano in atto il loro piano. Intanto all’ultima udienza i difensori, avvocati Andrea La Francesca e William Voarino, hanno accettato di acquisire la denuncia di alcune vittime che avrebbero dovuto giungere in Tribunale a testimoniare e che hanno rispettivamente 95 e 98 anni. La strategia messa in atto dalla banda prevedeva che le vittime fossero prima individuate e ingannate telefonicamente e, quindi, raggiunte e derubate in casa, con la scusa di un falso parente, di un falso congiunto.

mo.c.

 

NOVARA – Riprende oggi martedì 10 novembre, in Tribunale a Novara, il processo che riguarda tre componenti del gruppo della banda di rom, che due anni fa era stata sgominata con l’operazione “Caro Nipote”. Un’inchiesta coordinata dalla Procura di Novara, con il sostituto procuratore Ciro Caramore, e portata avanti dai Carabinieri di Genova.

Stando alle accuse il gruppo si sarebbe dedicato a truffe ai danni di anziani. I Carabinieri liguri ne avevano scoperte 253 tra Italia, Svizzera, Repubblica Ceca, Canada, Usa, Germania e Svezia.

Base operativa, in Italia, era proprio Novara, in particolare tra il campo di Agognate e l’abitazione posta all’angolo tra corso Trieste e strada Due Ponti. Dopo le condanne in abbreviato, che negli scorsi mesi hanno interessato sei soggetti, ora al processo ordinario ci sono Jan Lakatosz, Maria Kierpacz e Jan Kopacz.

Fondamentale, nel processo, sono le telefonate intercorse tra i telefonisti in Polonia e gli autori dei furti poi in Italia. Per questo negli scorsi mesi era stato affidato l’incarico a un perito per la trascrizione delle intercettazioni telefoniche. Il gruppo telefonava a persone che scovavano sulle rubriche telefoniche. Giudicavano dal nome l’età del soggetto (‘Cesira’ e altri nomi poco usuali erano i ‘preferiti’) e, quindi, mettevano in atto il loro piano. Intanto all’ultima udienza i difensori, avvocati Andrea La Francesca e William Voarino, hanno accettato di acquisire la denuncia di alcune vittime che avrebbero dovuto giungere in Tribunale a testimoniare e che hanno rispettivamente 95 e 98 anni. La strategia messa in atto dalla banda prevedeva che le vittime fossero prima individuate e ingannate telefonicamente e, quindi, raggiunte e derubate in casa, con la scusa di un falso parente, di un falso congiunto.

mo.c.

 

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