Operazione della Forestale: sequestrata un’area a S. Martino di Trecate
TRECATE – Posto sotto sequestro lunedì mattina 22 giugno un recupero ambientale di una ex cava posta in località San Martino di Trecate, nel Novarese. A effettuare l’operazione di sequestro, il Corpo Forestale dello Stato di Novara e il personale tecnico dell’Arpa, sempre di Novara, su mandato della locale Procura.
Il provvedimento restrittivo, sequestro preventivo, è stato concesso dal Gip del Tribunale, che ha accolto le motivazioni del sostituto procuratore Olimpia Bossi. “Tutto – spiega una nota stampa – nasce da un controllo, eseguito dal personale tecnico e di Polizia Giudiziaria di Arpa Novara nell’aprile 2014. L’attività aveva visto la verifica delle prescrizioni emanate dal documento di autorizzazione del recupero ambientale del sito di estrazione che vedeva l’utilizzo di rifiuti finalizzato al ripristino ambientale e delle quote di campagna. Nello specifico non era stata rispettata la percentuale dei fanghi da miscelare con il terreno e nel corso del 2013 erano stati conferiti rifiuti (fanghi di cartiere, oltre terre e rocce da scavo) in quantitativi superiori a quelli autorizzati. In quell’ambito Arpa aveva riscontrato, dopo attente indagini documentali, sondaggi effettuati mediante escavazione di trincee e successive analisi di laboratorio, che i rifiuti utilizzati nel sedime di cava avevano prodotto superamenti dei limiti di concentrazione fissati dalla legge per alcune sostanze chimiche (idrocarburi pesanti) e presenza di esalazioni di biogas dal terreno derivanti dalla fermentazione in atto delle sostanze organiche qui interrate”.
La successiva attività espletata in sinergia tra Corpo Forestale e Arpa ha portato all’emissione del provvedimento restrittivo di sequestro preventivo dell’intero sito delle dimensioni di circa 16 ettari. L’intera area, ora, risulta inibita dai lavoratori e da persone in genere. “La preoccupazione – continua la nota stampa della Forestale – è che col tempo si siano accumulate significative concentrazioni di biogas nel sottosuolo il quale, se confinato in sacche, potrebbe dare origine a fuoriuscite improvvise di biogas (che si ricorda essere costituito principalmente da metano e anidride carbonica) con il rischio di esplosione ed incendio. D’ora in poi tutte le operazioni di messa in sicurezza e bonifica del sito saranno vigilate dal personale Arpa e dal Corpo forestale, che valuteranno di volta in volta e sottoporranno all’Autorità Giudiziaria, le proposte di messa in sicurezza del sito”.
mo.c.
TRECATE – Posto sotto sequestro lunedì mattina 22 giugno un recupero ambientale di una ex cava posta in località San Martino di Trecate, nel Novarese. A effettuare l’operazione di sequestro, il Corpo Forestale dello Stato di Novara e il personale tecnico dell’Arpa, sempre di Novara, su mandato della locale Procura.
Il provvedimento restrittivo, sequestro preventivo, è stato concesso dal Gip del Tribunale, che ha accolto le motivazioni del sostituto procuratore Olimpia Bossi. “Tutto – spiega una nota stampa – nasce da un controllo, eseguito dal personale tecnico e di Polizia Giudiziaria di Arpa Novara nell’aprile 2014. L’attività aveva visto la verifica delle prescrizioni emanate dal documento di autorizzazione del recupero ambientale del sito di estrazione che vedeva l’utilizzo di rifiuti finalizzato al ripristino ambientale e delle quote di campagna. Nello specifico non era stata rispettata la percentuale dei fanghi da miscelare con il terreno e nel corso del 2013 erano stati conferiti rifiuti (fanghi di cartiere, oltre terre e rocce da scavo) in quantitativi superiori a quelli autorizzati. In quell’ambito Arpa aveva riscontrato, dopo attente indagini documentali, sondaggi effettuati mediante escavazione di trincee e successive analisi di laboratorio, che i rifiuti utilizzati nel sedime di cava avevano prodotto superamenti dei limiti di concentrazione fissati dalla legge per alcune sostanze chimiche (idrocarburi pesanti) e presenza di esalazioni di biogas dal terreno derivanti dalla fermentazione in atto delle sostanze organiche qui interrate”.
La successiva attività espletata in sinergia tra Corpo Forestale e Arpa ha portato all’emissione del provvedimento restrittivo di sequestro preventivo dell’intero sito delle dimensioni di circa 16 ettari. L’intera area, ora, risulta inibita dai lavoratori e da persone in genere. “La preoccupazione – continua la nota stampa della Forestale – è che col tempo si siano accumulate significative concentrazioni di biogas nel sottosuolo il quale, se confinato in sacche, potrebbe dare origine a fuoriuscite improvvise di biogas (che si ricorda essere costituito principalmente da metano e anidride carbonica) con il rischio di esplosione ed incendio. D’ora in poi tutte le operazioni di messa in sicurezza e bonifica del sito saranno vigilate dal personale Arpa e dal Corpo forestale, che valuteranno di volta in volta e sottoporranno all’Autorità Giudiziaria, le proposte di messa in sicurezza del sito”.
mo.c.