Pendolari, altre giornate nere: «Ora il car sharing»

Pendolari, altre giornate nere: «Ora il car sharing»
Pubblicato:
Aggiornato:

ARONA – Ogni giorno, a fasce orarie diverse e su treni differenti, il popolo dei pendolari si ritrova sui binari che scorrono però sulla stessa frequenza quando si parla di disservizi e di ritardi. A dirlo sono i dati e la qualità di vita delle persone. Lo confermano i recenti episodi avvenuti sulla linea Domodossola-Arona-Milano: questa settimana tanti i fatti che raccontano di ore trascorse sui vagoni in balìa dell’incognita e del disservizio, sempre dietro l’angolo. Molti di loro non si conoscono; moltissimi hanno imparato a conoscersi grazie alla pagina Facebook loro dedicata, che poi ha fatto nascere anche un Comitato (oltre 2.500 gli utenti che giornalmente interagiscono) che sta portando porta avanti la causa contro Trenord. Ancora una volta avranno l’occasione di ritrovarsi in assemblea. Nuovo appuntamento in programma per sabato 21 novembre alle ore 10, in Comune ad Arona. Un anno fa il primo incontro: molti i risultati ottenuti ma ancora molta strada da fare alla ricerca di puntualità, adeguate condizioni di viaggio, sicurezza sui terni e mancata erogazione del bonus da parte di Regione Piemonte. «In quell’occasione – spiega la vice presidente Lisa Tamaro – verrà approvato il bilancio annuale del Comitato, sarà eletto un nuovo membro del consiglio direttivo, ma soprattutto discuteremo delle linee guide da tenere verso Trenord, Rfi, Regione Lombardia, Regione Piemonte e Trenitalia. Analizzeremo l’anno appena trascorso e compareremo i dati durante e dopo Expo. Sarà importante essere in tanti: un invito esteso a tutti per far valere i nostri diritti di pendolari ma prima di tutto di persone». «Non un servizio che paghiamo caro, ma un danno alle persone che vanno a lavorare, a scuola, all’università – lo sfogo di un pendolare – Il treno 2145 da Domodossola a Milano ad esempio, giovedì mattina era in ritardo, per un problema agli scambi, di oltre trenta minuti: è la terza volta che non garantiscono il servizio con questo treno in cinque giorni. E’ ora che il responsabile o i responsabili di questi disagi escano allo scoperto e paghino per i danni arrecati». Mercoledì, stando alle statistiche, un terzo dei treni ha viaggiato in ritardo, il 10407 da Arona ha lasciato a piedi la gente da Meina; cancellato il convoglio 1049. «Una giornata di ordinaria follia», la sintesi di un utente. Mentre venerdì scorso si è toccato il “limite” con un grave episodio che ha lasciato a terra circa 300 persone alla stazione centrale di Milano alle 18,29. Il Comitato ha scritto a Trenord e Rfi per avere spiegazioni. Ha risposto per ora solo Rfi: «Siamo spiacenti per quanto accaduto e comprendiamo il disagio. Come Rete ferroviaria italiana sono in corso accertamenti per appurare la dinamica dei fatti e risalire alle responsabilità per quanto riguarda le attività di competenza. Nella giornata del 30 ottobre per carenze alla rete di alimentazione si sono registrati di diversi inconvenienti al sistema info e audio in stazione. Completati gli accertamenti, seguirà un’esaustiva comunicazione».
Nel frattempo sono arrivati nuovi treni: «I Coradia saranno anche belli, ma se devono servire per indorare la pillola del ritardo possono anche rimetterli dov’erano», dice un pendolare. C’è anche chi, con una punta di ironia, lancia soluzioni alternative al terno: «Se organizzassimo un car sharing dei pendolari stilando un elenco di orari disponibili condividendo le spese, non pagheremmo più l’abbonamento e viaggeremmo in macchina…».

m.n.b.

ARONA – Ogni giorno, a fasce orarie diverse e su treni differenti, il popolo dei pendolari si ritrova sui binari che scorrono però sulla stessa frequenza quando si parla di disservizi e di ritardi. A dirlo sono i dati e la qualità di vita delle persone. Lo confermano i recenti episodi avvenuti sulla linea Domodossola-Arona-Milano: questa settimana tanti i fatti che raccontano di ore trascorse sui vagoni in balìa dell’incognita e del disservizio, sempre dietro l’angolo. Molti di loro non si conoscono; moltissimi hanno imparato a conoscersi grazie alla pagina Facebook loro dedicata, che poi ha fatto nascere anche un Comitato (oltre 2.500 gli utenti che giornalmente interagiscono) che sta portando porta avanti la causa contro Trenord. Ancora una volta avranno l’occasione di ritrovarsi in assemblea. Nuovo appuntamento in programma per sabato 21 novembre alle ore 10, in Comune ad Arona. Un anno fa il primo incontro: molti i risultati ottenuti ma ancora molta strada da fare alla ricerca di puntualità, adeguate condizioni di viaggio, sicurezza sui terni e mancata erogazione del bonus da parte di Regione Piemonte. «In quell’occasione – spiega la vice presidente Lisa Tamaro – verrà approvato il bilancio annuale del Comitato, sarà eletto un nuovo membro del consiglio direttivo, ma soprattutto discuteremo delle linee guide da tenere verso Trenord, Rfi, Regione Lombardia, Regione Piemonte e Trenitalia. Analizzeremo l’anno appena trascorso e compareremo i dati durante e dopo Expo. Sarà importante essere in tanti: un invito esteso a tutti per far valere i nostri diritti di pendolari ma prima di tutto di persone». «Non un servizio che paghiamo caro, ma un danno alle persone che vanno a lavorare, a scuola, all’università – lo sfogo di un pendolare – Il treno 2145 da Domodossola a Milano ad esempio, giovedì mattina era in ritardo, per un problema agli scambi, di oltre trenta minuti: è la terza volta che non garantiscono il servizio con questo treno in cinque giorni. E’ ora che il responsabile o i responsabili di questi disagi escano allo scoperto e paghino per i danni arrecati». Mercoledì, stando alle statistiche, un terzo dei treni ha viaggiato in ritardo, il 10407 da Arona ha lasciato a piedi la gente da Meina; cancellato il convoglio 1049. «Una giornata di ordinaria follia», la sintesi di un utente. Mentre venerdì scorso si è toccato il “limite” con un grave episodio che ha lasciato a terra circa 300 persone alla stazione centrale di Milano alle 18,29. Il Comitato ha scritto a Trenord e Rfi per avere spiegazioni. Ha risposto per ora solo Rfi: «Siamo spiacenti per quanto accaduto e comprendiamo il disagio. Come Rete ferroviaria italiana sono in corso accertamenti per appurare la dinamica dei fatti e risalire alle responsabilità per quanto riguarda le attività di competenza. Nella giornata del 30 ottobre per carenze alla rete di alimentazione si sono registrati di diversi inconvenienti al sistema info e audio in stazione. Completati gli accertamenti, seguirà un’esaustiva comunicazione».
Nel frattempo sono arrivati nuovi treni: «I Coradia saranno anche belli, ma se devono servire per indorare la pillola del ritardo possono anche rimetterli dov’erano», dice un pendolare. C’è anche chi, con una punta di ironia, lancia soluzioni alternative al terno: «Se organizzassimo un car sharing dei pendolari stilando un elenco di orari disponibili condividendo le spese, non pagheremmo più l’abbonamento e viaggeremmo in macchina…».

m.n.b.

Seguici sui nostri canali