Per 6 mesi Cameri è tornata operativa

CAMERI - La scorsa settimana è terminata temporaneamente l’attività operativa all’aeroporto militare di Cameri di aerei “Eurofighter Typhoon”, EFA (European Fighter Aircraft). Era dallo scioglimento del 53º Stormo, in data 28 luglio 1999, che la base aerea novarese non svolgeva più funzioni operative. Per capire se questo periodo è stato sia episodico o vi sono possibilità che si ripeta abbiamo sentito il comandante dell’aeroporto il Colonnello Roberto Zamponi.Cosa ci può dire sull’attività svolta dagli EFA sulla base di Cameri?«A partire dal 1 settembre dello scorso anno fino al 18 gennaio, sulla base aerea di Cameri si sono alternati gli EFA del 4° Stormo di Grosseto e del 36° Stormo di Gioia del Colle, che hanno assicurato, senza soluzione di continuità, l’attività operativa di difesa aerea.La presenza di assetti operativi per la Difesa Aerea Nazionale, una cellula di due EFA, sulla base di Cameri è rientrata nella necessità di attivare delle misure operative immediate impiegando capacità già disponibili, quindi senza ulteriori spese, al fine di incrementare l’attuale dispositivo di difesa aerea dell’Aeronautica Militare in modo da poter contrastare con modalità più efficaci le nuove minacce di tipo ibrido, oltreal classico renegade come gli aeromobili a pilotaggio remoto, i velivoli ultraleggeri, ovvero droni di piccole dimensioni».Come spiega la scelta dell’aeroporto di Cameri per lo svolgimento di questa attività operativa?«Personalmente sono rimasto molto compiaciuto quando abbiamo ricevuto la notizia di dover predisporci a sostenere questo tipo di attività operativa, ritengo che la scelta della nostra base per lo schieramento degli assetti EFA sia da attribuire alla valutazione della sua collocazione geografica, la storica connotazione operativa, sede in passato del 21° Gruppo nonché, cosa non secondaria, per la presenza del 1° Reparto Manutenzione Velivoli che, nel caso specifico, ha svolto un ruolo fondamentale nell’assicurare costantemente la piena efficienza dei velivoli».La base come ha reagito a questo ritorno ad un passato di piena operatività?«Tutto il personale della base ha dato prova di una grande reattività in quanto abbiamo dovuto provvedere in tempi rapidissimi nel ricondizionamento delle infrastrutture e degli impianti necessari ad assicurare il pieno supporto alle attività operative della cellula rischierata, rivedendo anche la nostra organizzazione interna al fine garantire tutti i servizi aeroportuali necessari per operare 7 giorni su 7».Pensa ci possa essere nuovamente un prossimo futuro operativo per la base di Cameri?«Gli ottimi risultati che sono stati raggiunti in questo periodo sono stati possibili grazie al pieno appoggio da parte di tutta la Forza Armata che ha rivolto un’attenzione particolare all’aeroporto di Cameri. Per noi il lavoro non è finito, l’aeroporto continuerà con le attività di potenziamento della sua organizzazione per assicurare anche in futuro il pieno supporto per altre esigenze operative».m.d.
CAMERI - La scorsa settimana è terminata temporaneamente l’attività operativa all’aeroporto militare di Cameri di aerei “Eurofighter Typhoon”, EFA (European Fighter Aircraft). Era dallo scioglimento del 53º Stormo, in data 28 luglio 1999, che la base aerea novarese non svolgeva più funzioni operative. Per capire se questo periodo è stato sia episodico o vi sono possibilità che si ripeta abbiamo sentito il comandante dell’aeroporto il Colonnello Roberto Zamponi.Cosa ci può dire sull’attività svolta dagli EFA sulla base di Cameri?«A partire dal 1 settembre dello scorso anno fino al 18 gennaio, sulla base aerea di Cameri si sono alternati gli EFA del 4° Stormo di Grosseto e del 36° Stormo di Gioia del Colle, che hanno assicurato, senza soluzione di continuità, l’attività operativa di difesa aerea.La presenza di assetti operativi per la Difesa Aerea Nazionale, una cellula di due EFA, sulla base di Cameri è rientrata nella necessità di attivare delle misure operative immediate impiegando capacità già disponibili, quindi senza ulteriori spese, al fine di incrementare l’attuale dispositivo di difesa aerea dell’Aeronautica Militare in modo da poter contrastare con modalità più efficaci le nuove minacce di tipo ibrido, oltreal classico renegade come gli aeromobili a pilotaggio remoto, i velivoli ultraleggeri, ovvero droni di piccole dimensioni».Come spiega la scelta dell’aeroporto di Cameri per lo svolgimento di questa attività operativa?«Personalmente sono rimasto molto compiaciuto quando abbiamo ricevuto la notizia di dover predisporci a sostenere questo tipo di attività operativa, ritengo che la scelta della nostra base per lo schieramento degli assetti EFA sia da attribuire alla valutazione della sua collocazione geografica, la storica connotazione operativa, sede in passato del 21° Gruppo nonché, cosa non secondaria, per la presenza del 1° Reparto Manutenzione Velivoli che, nel caso specifico, ha svolto un ruolo fondamentale nell’assicurare costantemente la piena efficienza dei velivoli».La base come ha reagito a questo ritorno ad un passato di piena operatività?«Tutto il personale della base ha dato prova di una grande reattività in quanto abbiamo dovuto provvedere in tempi rapidissimi nel ricondizionamento delle infrastrutture e degli impianti necessari ad assicurare il pieno supporto alle attività operative della cellula rischierata, rivedendo anche la nostra organizzazione interna al fine garantire tutti i servizi aeroportuali necessari per operare 7 giorni su 7».Pensa ci possa essere nuovamente un prossimo futuro operativo per la base di Cameri?«Gli ottimi risultati che sono stati raggiunti in questo periodo sono stati possibili grazie al pieno appoggio da parte di tutta la Forza Armata che ha rivolto un’attenzione particolare all’aeroporto di Cameri. Per noi il lavoro non è finito, l’aeroporto continuerà con le attività di potenziamento della sua organizzazione per assicurare anche in futuro il pieno supporto per altre esigenze operative».m.d.