Perde il cagnolino della ragazze e finge un furto: finisce a processo

Perde il cagnolino della ragazze e finge un furto: finisce a processo
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NOVARA – Si è concluso venerdì 26 giugno, in Tribunale a Novara, il processo per simulazione di reato a carico di L.P., quarantenne novarese. Il pm, nella penultima udienza del processo, aveva chiesto 8 mesi, la difesa, l’avvocato Giulia Ruggerone, l’assoluzione o, in caso di condanna, il minimo della pena. Il Tribunale ha condannato l’uomo a un anno di reclusione.

Alla guida della propria autovettura, in compagnia del cagnolino della fidanzata, era rimasto coinvolto in un incidente stradale. Il cane era fuggito e lui, sapendo quanto la ragazza fosse affezionata all’animale, non sa bene cosa dirle. La prima scusa che gli viene in mente è quella di raccontare che gli hanno rubato l’auto con a bordo anche il cagnolino. Una scusa che, però, ha messo nei guai l’uomo. I Carabinieri, infatti, hanno poi ritrovato l’auto dell’uomo abbandonata e incidentata e pochi giorni dopo anche il cagnolino con qualche ferita. Il 40enne è stato così denunciato, finendo a processo.«Il mio assistito – aveva sostenuto l’avvocato - non ha sporto alcuna denuncia. Ha fatto un incidente, il cane è scappato e, sapendo il forte legame della fidanzata con il cagnolino, si è scusato, dicendo ‘Guarda, mi hanno rubato l’auto’. Lui, comunque, non ha chiamato i Carabinieri. E’ stata la fidanzata a farlo. Quando poi i militari lo hanno interpellato, è stato preso alla sprovvista e, non sapendo cosa dire, ha confermato la sparizione dell’auto. Ma già il giorno dopo, rendendosi conto di aver dichiarato cose non giuste, si è recato dai Carabinieri, spiegando l’intera situazione e quanto realmente accaduto. L’accusa è troppo grave rispetto all’episodio in sé». 

mo.c.

NOVARA – Si è concluso venerdì 26 giugno, in Tribunale a Novara, il processo per simulazione di reato a carico di L.P., quarantenne novarese. Il pm, nella penultima udienza del processo, aveva chiesto 8 mesi, la difesa, l’avvocato Giulia Ruggerone, l’assoluzione o, in caso di condanna, il minimo della pena. Il Tribunale ha condannato l’uomo a un anno di reclusione.

Alla guida della propria autovettura, in compagnia del cagnolino della fidanzata, era rimasto coinvolto in un incidente stradale. Il cane era fuggito e lui, sapendo quanto la ragazza fosse affezionata all’animale, non sa bene cosa dirle. La prima scusa che gli viene in mente è quella di raccontare che gli hanno rubato l’auto con a bordo anche il cagnolino. Una scusa che, però, ha messo nei guai l’uomo. I Carabinieri, infatti, hanno poi ritrovato l’auto dell’uomo abbandonata e incidentata e pochi giorni dopo anche il cagnolino con qualche ferita. Il 40enne è stato così denunciato, finendo a processo.«Il mio assistito – aveva sostenuto l’avvocato - non ha sporto alcuna denuncia. Ha fatto un incidente, il cane è scappato e, sapendo il forte legame della fidanzata con il cagnolino, si è scusato, dicendo ‘Guarda, mi hanno rubato l’auto’. Lui, comunque, non ha chiamato i Carabinieri. E’ stata la fidanzata a farlo. Quando poi i militari lo hanno interpellato, è stato preso alla sprovvista e, non sapendo cosa dire, ha confermato la sparizione dell’auto. Ma già il giorno dopo, rendendosi conto di aver dichiarato cose non giuste, si è recato dai Carabinieri, spiegando l’intera situazione e quanto realmente accaduto. L’accusa è troppo grave rispetto all’episodio in sé». 

mo.c.

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