Piano nazionale fibra: connessioni rallentate dalla burocrazia

Il progetto della banda ultralarga resta fermo al palo

Piano nazionale fibra: connessioni rallentate dalla burocrazia
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Piano nazionale fibra rallentato dalla burocrazia. Anche nell'Aronese e nel Borgomanerese l'iter procede a rilento.

Piano nazionale fibra resta al palo

Portare la connessione della banda ultralarga a 100 megabyte per secondo nelle case dell’85% della popolazione italiana, garantendo al contempo la copertura a 30 megabyte per secondo in download a tutti i cittadini, coprire, sempre a 100 megabyte per secondo, sedi ed edifici pubblici (scuole e ospedali in particolare), portare la banda ultralarga nelle aree industriali. Sono questi gli obiettivi del "Piano strategico per la banda ultralarga", portato avanti dal Ministero dello Sviluppo economico in tutta Italia e finanziato anche attraverso ingenti fondi europei. La scadenza dichiarata dai promotori è quella del 2020, anno entro il quale tutti gli obiettivi dovranno essere raggiunti per poter utilizzare i fondi stanziati dagli enti pubblici e dall’Europa. Inoltre 3 miliardi sono stati stanziati dallo Stato per le aree montane o comunque meno raggiungibili per consentire di colmare il gap con le grandi città. Ma, come testimonia l’allarme lanciato dall’Uncem, Unione nazionale comunità enti montani, la strada verso la realizzazione del piano è ancora lunga, soprattutto in alcune parti del territorio nazionale. E la causa del rallentamento è da ricercare, come spesso accade, nella burocrazia.

Sulle barricate i responsabili dell'Unione comunità enti montani

A lanciare l'allarme per la lentezza dell'iter di approvazione sono soprattutto i responsabili dell'Unione nazionale comunità enti montani. "Il rilascio nei tempi rapidi delle autorizzazioni - scrivono infatti i responsabili Uncem - e il coordinamento stesso delle Regioni verso gli Enti locali, Comuni e Province, è decisivo. Molti rallentamenti del Piano, negli ultimi mesi, sono imputabili anche a un sistema autorizzativo troppo lento. Uncem, credendo fortemente nel Piano Bul, evidenzia la necessità di limitare i tempi burocratici interni agli Enti locali. Stessa richiesta è stata trasmessa alle Regioni, oltre che a Rfi, Anas, ad altri soggetti che devono agevolare il percorso in tempi certi. Anche Open Fiber, sollecitata molte volte da Uncem, dovrà essere più veloce. Le risorse che lo Stato e le Regioni hanno impegnato devono essere spese e rendicontate entro il 2020. Ci sono poco più di due anni per concretizzare il Piano Bul".

La situazione nell'Aronese e nel Borgomanerese

Il Ministero, tramite l’agenzia Infratel, ha appaltato la progettazione e l’avvio dei lavori per la banda ultralarga alla società Open fiber, che si interfaccia poi con Comuni, Province e Regioni per ottenere le autorizzazioni necessarie ad avviare i lavori. Il Ministero ha diffuso alcuni dati sul raggiungimento degli obiettivi previsti nell'iter autorizzativo.  Il percorso delle autorizzazioni per il via libera ai lavori sulla rete fibra è stato quindi suddiviso in diversi step progressivi, in totale 6, prima dell'apertura dei cantieri. Nella zona dell’Aronese e del Borgomanerese restano al primo stadio del percorso, senza una convenzione stipulata con il Comune Borgo Ticino, Varallo Pombia, Pombia, Divignano, Veruno, Lesa, Pisano, Paruzzaro e Oleggio Castello. Sono allo step successivo Agrate Conturbia, Nebbiuno, Gattico e Comignago, mentre sono più avanti nel percorso burocratico Arona, Borgomanero, Castelletto, Meina, Massino Visconti, Invorio e Colazza. Secondo i dati del Ministero il Comune che si trova nello stadio più avanzato dell’iter è invece Dormelletto.

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