“Preoccupazione per suore e bimbi in Burundi”

“Preoccupazione per suore e bimbi in Burundi”
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NOVARA - «La preoccupazione c’è, esiste, non lo possiamo negare. Siamo preoccupati per le suore che si trovano laggiù e per i bimbi e i ragazzi che sono accolti nelle strutture, che, negli anni, abbiamo allestito e portato avanti in Burundi con l’associazione e con tanti amici che ci hanno aiutato concretamente da Novara come da ogni parte d’Italia».

A parlare è Giovanni Mairati, presidente di Casa Alessia onlus, l’associazione che, nata ormai dieci anni fa per ricordare la giovane Alessia e la mamma Paola, morte in un tragico incidente aereo di ritorno dall’Ecuador, da molto tempo ormai porta avanti progetti di solidarietà in diversi Paesi del mondo, dall’Africa, proprio in Burundi, dove da mesi scontri e violenze sono all’ordine del giorno, con una situazione che vede attacchi e conflitti e morti per strada, sino in India e in Sudamerica.

L’ansia, la preoccupazione, è tutta per gli orfanelli, per i piccolini che la giovane Alessia voleva aiutare da grande, e per le religiose che li seguono nelle strutture. Volontari novaresi e dell’associazione (che ha sedi ormai in tutta Italia) al momento non sono assolutamente presenti nel Paese africano. Anzi non lo sono proprio più dallo scorso gennaio. Ovviamente hanno qualche referente vicino a Casa Alessia, che informa qui in Italia di quanto accade, ma in Burundi non c’è nessun volontario.

«Abbiamo sospeso i viaggi di volontariato in Burundi – spiega Mairati – dall’inizio dell’anno. Nessun nostro volontario è sceso in questi mesi nel Paese africano. Certo proseguiamo con gli altri viaggi, verso la Romania, verso l’India. Le nostre strutture, i nostri orfanotrofi – continua il presidente di Casa Alessia – sono al momento in una zona considerata abbastanza tranquilla, a Masango e a Buterere. La speranza è che non accada nulla ai nostri bambini, ai piccoli che tanti nostri volontari, spesso giovanissimi, hanno cullato, tenuto tra le braccia e fatto giocare. L’ansia è tutta per loro e le suore lì presenti».

mo.c.


NOVARA - «La preoccupazione c’è, esiste, non lo possiamo negare. Siamo preoccupati per le suore che si trovano laggiù e per i bimbi e i ragazzi che sono accolti nelle strutture, che, negli anni, abbiamo allestito e portato avanti in Burundi con l’associazione e con tanti amici che ci hanno aiutato concretamente da Novara come da ogni parte d’Italia».

A parlare è Giovanni Mairati, presidente di Casa Alessia onlus, l’associazione che, nata ormai dieci anni fa per ricordare la giovane Alessia e la mamma Paola, morte in un tragico incidente aereo di ritorno dall’Ecuador, da molto tempo ormai porta avanti progetti di solidarietà in diversi Paesi del mondo, dall’Africa, proprio in Burundi, dove da mesi scontri e violenze sono all’ordine del giorno, con una situazione che vede attacchi e conflitti e morti per strada, sino in India e in Sudamerica.

L’ansia, la preoccupazione, è tutta per gli orfanelli, per i piccolini che la giovane Alessia voleva aiutare da grande, e per le religiose che li seguono nelle strutture. Volontari novaresi e dell’associazione (che ha sedi ormai in tutta Italia) al momento non sono assolutamente presenti nel Paese africano. Anzi non lo sono proprio più dallo scorso gennaio. Ovviamente hanno qualche referente vicino a Casa Alessia, che informa qui in Italia di quanto accade, ma in Burundi non c’è nessun volontario.

«Abbiamo sospeso i viaggi di volontariato in Burundi – spiega Mairati – dall’inizio dell’anno. Nessun nostro volontario è sceso in questi mesi nel Paese africano. Certo proseguiamo con gli altri viaggi, verso la Romania, verso l’India. Le nostre strutture, i nostri orfanotrofi – continua il presidente di Casa Alessia – sono al momento in una zona considerata abbastanza tranquilla, a Masango e a Buterere. La speranza è che non accada nulla ai nostri bambini, ai piccoli che tanti nostri volontari, spesso giovanissimi, hanno cullato, tenuto tra le braccia e fatto giocare. L’ansia è tutta per loro e le suore lì presenti».

mo.c.


 

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