Processo al ginecologo accusato di violenza sessuale: ascoltati una dozzina di testi

Processo al ginecologo accusato di violenza sessuale: ascoltati una dozzina di testi
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NOVARA - Sono stati escussi una dozzina di testi, oggi, venerdì 8 maggio, alla seconda udienza del processo a carico di Carlo Gambaro, 62 anni, ginecologo residente nel capoluogo e accusato di violenza sessuale (nel corso di visite private da libero professionista) nei confronti di tre pazienti straniere.

Tra i testimoni, alcune donne visitate in passato dal ginecologo, la dottoressa Silvia Elena Passoni, dirigente della Squadra Mobile all’epoca dei fatti, un’assistente della Polizia, un’altra ginecologa e una psicologa e psicoterapeuta. Tre le parti offese, che si sono costituite parti civili con gli avvocati Giulia Ruggerone, Tommaso Costa e Michele Valentino Sturlese. Decisa l’acquisizione delle testimonianze già rese dalle tre parti offese, che così non devono raccontare nuovamente la propria esperienza in aula. Ad aprire la carrellata dei testi, il professor Nicola Surico, direttore della Clinica ginecologica e ostetrica di Medicina: «A me direttamente non è mai giunta alcuna segnalazione sulle modalità di visita del collega (che poi passò appunto nel privato, ndr). Solo qualche voce da una signora, alla fine degli anni ’90. Qualcuno si era lamentato di come effettuasse le visite. Si decise che sarebbe stato affiancato nelle ecografie da un’altra persona. Una prassi, estesa poi, in breve tempo, anche a tutti». Una quarantenne, visitata dal ginecologo quando era appena maggiorenne: «Avevo avuto una sensazione non bella... Negli anni successivi non ho mai visto una procedura analoga. Non c’ero più tornata perché non mi ero sentita a mio agio». Il ginecologo ha sempre rigettato ogni addebito. Era stato arrestato il 27 settembre 2013. L’udienza è stata aggiornata al 22 dicembre.

mo.c.

 

Per saperne di più leggi l’articolo sul Corriere di Novara in edicola sabato 9 maggio


NOVARA - Sono stati escussi una dozzina di testi, oggi, venerdì 8 maggio, alla seconda udienza del processo a carico di Carlo Gambaro, 62 anni, ginecologo residente nel capoluogo e accusato di violenza sessuale (nel corso di visite private da libero professionista) nei confronti di tre pazienti straniere.

Tra i testimoni, alcune donne visitate in passato dal ginecologo, la dottoressa Silvia Elena Passoni, dirigente della Squadra Mobile all’epoca dei fatti, un’assistente della Polizia, un’altra ginecologa e una psicologa e psicoterapeuta. Tre le parti offese, che si sono costituite parti civili con gli avvocati Giulia Ruggerone, Tommaso Costa e Michele Valentino Sturlese. Decisa l’acquisizione delle testimonianze già rese dalle tre parti offese, che così non devono raccontare nuovamente la propria esperienza in aula. Ad aprire la carrellata dei testi, il professor Nicola Surico, direttore della Clinica ginecologica e ostetrica di Medicina: «A me direttamente non è mai giunta alcuna segnalazione sulle modalità di visita del collega (che poi passò appunto nel privato, ndr). Solo qualche voce da una signora, alla fine degli anni ’90. Qualcuno si era lamentato di come effettuasse le visite. Si decise che sarebbe stato affiancato nelle ecografie da un’altra persona. Una prassi, estesa poi, in breve tempo, anche a tutti». Una quarantenne, visitata dal ginecologo quando era appena maggiorenne: «Avevo avuto una sensazione non bella... Negli anni successivi non ho mai visto una procedura analoga. Non c’ero più tornata perché non mi ero sentita a mio agio». Il ginecologo ha sempre rigettato ogni addebito. Era stato arrestato il 27 settembre 2013. L’udienza è stata aggiornata al 22 dicembre.

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