Cerano

Processo alla psicosetta: udienza difficile per le due testimoni

Diversi momenti di sospensione per la difficoltà emotiva legata agli argomenti

Processo alla psicosetta: udienza difficile per le due testimoni
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Un’udienza lunga, durata dalla mattina al tardo pomeriggio di venerdì 31 marzo, con

, quella svoltasi a porte chiuse, in Corte d’assise a Novara, per il processo alla cosiddetta “psicosetta delle bestie” chiamata così dal fatto che gli adepti avevano nomi di animali. Lo racconta il Corriere di Novara.

Il processo si sta svolgendo a porte chiuse come precedentemente deciso dalla Corte proprio per via di una serie di particolari scabrosi che potrebbero “secondo il comune sentimento” offendere il pudore.

I protagonisti del processo

Sono 5 le vittime costituitesi parte civile. Sono 26 le persone a giudizio. Le accuse sono associazione a delinquere finalizzata a commettere violenze sessuali aggravate e di gruppo, abusi, anche su minori, con riduzione in schiavitù delle vittime.

La "base" era a Cerano

Una vicenda che tocca il Novarese, perché a Cerano, all'interno del Parco del Ticino, aveva sede la villetta con ampio giardino dove si svolgevano gli incontri e poco distante, in località “Casette”, il cottage dove il “professore” abitava per vari periodi dell’anno.

Le due testimoni, entrambe lombarde, citate anche nell’ordinanza, emessa a conclusione delle indagini, come vittime, avevano chiesto di essere parti civili nel procedimento, ma solo nei confronti del presunto capo della setta Gianni Maria Guidi, 79 anni, milanese, detto il “dottore” per la sua laurea in Farmacia, che poco più di due settimane fa, il 15 marzo, è deceduto a Milano.

Ma la posizione dell’uomo, in merito al processo partito in Corte di Assise a Novara, era già stata stralciata. Una perizia medica aveva certificato l’impossibilità ad affrontare il dibattimento.

 

 

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