Processo Giacomini: parla il consulente di Corrado e Andrea

Processo Giacomini: parla il consulente di Corrado e Andrea
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NOVARA, La ‘saga’ dei Giacomini è stata ripercorsa ancora una volta, martedì mattina in Tribunale a Novara, al processo relativo alla presunta maxi evasione fiscale, un totale tra i 100 e i 200 milioni di euro, dell’azienda leader mondiale nel campo della rubinetteria. Un procedimento che vede alla sbarra i fratelli Corrado, Elena e Andrea, Giulio Sgaria, ragioniere di Baveno e Fabio Corbeglio di Gozzano, imprenditore in campo idraulico. Una vicenda, quella al centro del processo, affiorata in occasione dello scontro per il controllo della spa cusiana.Da quanto riferito dai testi in aula ancora una volta sono emersi rapporti tesi tra i tre fratelli, in particolare tra, da una parte Corrado ed Elena, e dall’altra Andrea. Non solo. Da una testimonianza pare fosse chiaro come il padre dei tre, Alberto Giacomini, stesse agendo per allontanare i primi due dall’azienda, dal momento che era infastidito dal vederli continuamente litigare con l’altro figlio. A farlo pensare una frase detta dal capostipite della rubinetteria, Alberto appunto, scomparso nell’ottobre dello scorso anno, a una dipendente. Da allora, però, non era più comparso in azienda. Era l’estate 2011 e a finire estromessi dall’impresa di famiglia furono lui e Andrea. «C’erano rapporti molto difficili tra i tre fratelli – ha raccontato l’ex responsabile dell’ufficio acquisti, licenziata dopo vent’anni di lavoro nell’azienda – Screzi che si ripercuotevano anche nella vita lavorativa di tutti i giorni». In aula anche il consulente tecnico della difesa di Elena e Corrado, che ha ripercorso e ricostruito come era strutturata la dirigenza Giacomini dal 2007 al 2011, da chi, dunque, venissero assunte le decisioni. Stando al teste, «i poteri erano in mano al consigliere più anziano. Se fosse capitato qualcosa a lui, lo stesso Cda sarebbe decaduto». Non solo. Ha anche sostenuto e spiegato come i costi fittizi dell’azienda dei rubinetti terminino a fine 2011, quando muta lo statuto.mo.c.
Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola giovedì 20 ottobre

NOVARA, La ‘saga’ dei Giacomini è stata ripercorsa ancora una volta, martedì mattina in Tribunale a Novara, al processo relativo alla presunta maxi evasione fiscale, un totale tra i 100 e i 200 milioni di euro, dell’azienda leader mondiale nel campo della rubinetteria. Un procedimento che vede alla sbarra i fratelli Corrado, Elena e Andrea, Giulio Sgaria, ragioniere di Baveno e Fabio Corbeglio di Gozzano, imprenditore in campo idraulico. Una vicenda, quella al centro del processo, affiorata in occasione dello scontro per il controllo della spa cusiana.Da quanto riferito dai testi in aula ancora una volta sono emersi rapporti tesi tra i tre fratelli, in particolare tra, da una parte Corrado ed Elena, e dall’altra Andrea. Non solo. Da una testimonianza pare fosse chiaro come il padre dei tre, Alberto Giacomini, stesse agendo per allontanare i primi due dall’azienda, dal momento che era infastidito dal vederli continuamente litigare con l’altro figlio. A farlo pensare una frase detta dal capostipite della rubinetteria, Alberto appunto, scomparso nell’ottobre dello scorso anno, a una dipendente. Da allora, però, non era più comparso in azienda. Era l’estate 2011 e a finire estromessi dall’impresa di famiglia furono lui e Andrea. «C’erano rapporti molto difficili tra i tre fratelli – ha raccontato l’ex responsabile dell’ufficio acquisti, licenziata dopo vent’anni di lavoro nell’azienda – Screzi che si ripercuotevano anche nella vita lavorativa di tutti i giorni». In aula anche il consulente tecnico della difesa di Elena e Corrado, che ha ripercorso e ricostruito come era strutturata la dirigenza Giacomini dal 2007 al 2011, da chi, dunque, venissero assunte le decisioni. Stando al teste, «i poteri erano in mano al consigliere più anziano. Se fosse capitato qualcosa a lui, lo stesso Cda sarebbe decaduto». Non solo. Ha anche sostenuto e spiegato come i costi fittizi dell’azienda dei rubinetti terminino a fine 2011, quando muta lo statuto.mo.c.
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