Processo per un presunto giro d’usura con imputati i Di Giovanni

Processo per un presunto giro d’usura con imputati i Di Giovanni
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NOVARA - Prima udienza, venerdì in Tribunale a Novara, per sette dei 14 personaggi coinvolti nell’operazione “Bloodsucker”, indagine che nel dicembre 2014 aveva permesso di sgominare un presunto giro di usura, che partiva da soggetti residenti nel Novarese, ma si articolava in tutta Italia. Lo scorso dicembre l’udienza preliminare si era conclusa con sette rinvii a giudizio (il processo partito ieri), cinque richieste di abbreviato (prossima udienza il 21 marzo) e due patteggiamenti. Alla sbarra, in questa tranche, si trovano i cugini Ignazio e Ignazio Di Giovanni, 32 e 41 anni, Francesco Pirrello e Angelo Migliavacca, che avrebbero riciclato il denaro, Pierluigi Baglivi, gestore di un locale notturno a Prato Sesia e Domenico Geraci e Pasquale Caiazzo, carabinieri. Questi ultimi due non hanno nulla a che fare con il giro d’usura. Sono accusati di falso. Agli altri la Procura di Novara contesta a vario titolo l’associazione a delinquere e una serie di episodi di estorsione, usura e riciclaggio.

Un’udienza che si è concentrata su eccezioni e questioni preliminari poste dai difensori. A partire da quella di competenza territoriale per alcuni capi d’imputazione sino alla ricusazione di uno dei tre giudici. La dottoressa Pucci fa parte del collegio che deve giudicare le misure di prevenzione e le ha già applicate, disponendo il sequestro, in via anticipata, di tutti i beni. La stessa giudice negli scorsi giorni, per questa ragione, aveva fatto richiesta di astensione, richiesta rigettata dal presidente del Tribunale. Un avvocato ha così proceduto alla richiesta di ricusazione. L’udienza è stata rinviata al 15 marzo, quando ci sarà lo scioglimento delle riserve e si stilerà un calendario delle successive udienze.

mo.c.

 

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NOVARA - Prima udienza, venerdì in Tribunale a Novara, per sette dei 14 personaggi coinvolti nell’operazione “Bloodsucker”, indagine che nel dicembre 2014 aveva permesso di sgominare un presunto giro di usura, che partiva da soggetti residenti nel Novarese, ma si articolava in tutta Italia. Lo scorso dicembre l’udienza preliminare si era conclusa con sette rinvii a giudizio (il processo partito ieri), cinque richieste di abbreviato (prossima udienza il 21 marzo) e due patteggiamenti. Alla sbarra, in questa tranche, si trovano i cugini Ignazio e Ignazio Di Giovanni, 32 e 41 anni, Francesco Pirrello e Angelo Migliavacca, che avrebbero riciclato il denaro, Pierluigi Baglivi, gestore di un locale notturno a Prato Sesia e Domenico Geraci e Pasquale Caiazzo, carabinieri. Questi ultimi due non hanno nulla a che fare con il giro d’usura. Sono accusati di falso. Agli altri la Procura di Novara contesta a vario titolo l’associazione a delinquere e una serie di episodi di estorsione, usura e riciclaggio.

Un’udienza che si è concentrata su eccezioni e questioni preliminari poste dai difensori. A partire da quella di competenza territoriale per alcuni capi d’imputazione sino alla ricusazione di uno dei tre giudici. La dottoressa Pucci fa parte del collegio che deve giudicare le misure di prevenzione e le ha già applicate, disponendo il sequestro, in via anticipata, di tutti i beni. La stessa giudice negli scorsi giorni, per questa ragione, aveva fatto richiesta di astensione, richiesta rigettata dal presidente del Tribunale. Un avvocato ha così proceduto alla richiesta di ricusazione. L’udienza è stata rinviata al 15 marzo, quando ci sarà lo scioglimento delle riserve e si stilerà un calendario delle successive udienze.

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