Processo sui soccorsi pilotati, parla l’agente alla sbarra
NOVARA, Udienza molto breve, venerdì mattina in Tribunale a Novara, al processo relativo alla vicenda dei ‘soccorsi pilotati’, esito dell’indagine per corruzione e concussione sui soccorsi lungo l’A4 Torino-Milano, che, a novembre del 2015, aveva portato all’arresto di quattro poliziotti della stradale di Novara Est.Alla sbarra si trovano ora Angelo Deleonibus, 32 anni, agente della Polstrada, e Massimiliano Grossi, della G.D. Service, azienda dei soccorsi stradale di Cameri. In apertura di udienza, Deleonibus ha chiesto di rendere dichiarazioni spontanee, ma quasi subito è stato fermato dai giudici, su opposizione del pm Silvia Baglivo, in quanto i fatti che stava enunciando “non riguardano i capi d’imputazione”. Dalle poche parole pronunciate dal 32enne e ancora dalle domande fatte all’ex comandante della Polizia stradale di Novara Est, Gianpaolo Pusello, dal difensore di Deleonibus, l’avvocato Donato Antonio Muschio Schiavone, è affiorata però la linea difensiva del poliziotto.Deleonibus, a cui la Procura contesta tra i reati rapina, arresto illegale, peculato, calunnia, istigazione alla corruzione, falso e concussione, stando alla difesa, sarebbe stato in qualche modo danneggiato, ostacolato, perché aveva deciso di indagare su presunte irregolarità nei cantieri presenti sulla tratta autostradale. “Ho toccato – ha sostenuto in udienza – un tasto che non andava toccato”. In sintesi, per la difesa, ci sarebbe stato un problema, un’opposizione, tra Deleonibus e l’allora suo comandante, che ha bloccato quelle intenzioni di controllo sui cantieri. “Per me quei controlli – ha sostenuto in aula Pusello – andavano fatti con molto scrupolo, con attenzione e in modo corretto. Non era sufficiente limitarsi alle autorizzazioni".Una difesa totalmente contestata dal pm, che – proprio partendo dalla dichiarazioni fatte da Deleonibus sui cantieri – aveva aperto un filone di inchiesta anche su questo aspetto e in cui Pusello era stato indagato, filone poi archiviato. Dopo un altro teste ascoltato, l’udienza è stata aggiornata al 14 luglio, alle 11,30, quando ci sarà la requisitoria del pm.mo.c.
NOVARA, Udienza molto breve, venerdì mattina in Tribunale a Novara, al processo relativo alla vicenda dei ‘soccorsi pilotati’, esito dell’indagine per corruzione e concussione sui soccorsi lungo l’A4 Torino-Milano, che, a novembre del 2015, aveva portato all’arresto di quattro poliziotti della stradale di Novara Est.Alla sbarra si trovano ora Angelo Deleonibus, 32 anni, agente della Polstrada, e Massimiliano Grossi, della G.D. Service, azienda dei soccorsi stradale di Cameri. In apertura di udienza, Deleonibus ha chiesto di rendere dichiarazioni spontanee, ma quasi subito è stato fermato dai giudici, su opposizione del pm Silvia Baglivo, in quanto i fatti che stava enunciando “non riguardano i capi d’imputazione”. Dalle poche parole pronunciate dal 32enne e ancora dalle domande fatte all’ex comandante della Polizia stradale di Novara Est, Gianpaolo Pusello, dal difensore di Deleonibus, l’avvocato Donato Antonio Muschio Schiavone, è affiorata però la linea difensiva del poliziotto.Deleonibus, a cui la Procura contesta tra i reati rapina, arresto illegale, peculato, calunnia, istigazione alla corruzione, falso e concussione, stando alla difesa, sarebbe stato in qualche modo danneggiato, ostacolato, perché aveva deciso di indagare su presunte irregolarità nei cantieri presenti sulla tratta autostradale. “Ho toccato – ha sostenuto in udienza – un tasto che non andava toccato”. In sintesi, per la difesa, ci sarebbe stato un problema, un’opposizione, tra Deleonibus e l’allora suo comandante, che ha bloccato quelle intenzioni di controllo sui cantieri. “Per me quei controlli – ha sostenuto in aula Pusello – andavano fatti con molto scrupolo, con attenzione e in modo corretto. Non era sufficiente limitarsi alle autorizzazioni".Una difesa totalmente contestata dal pm, che – proprio partendo dalla dichiarazioni fatte da Deleonibus sui cantieri – aveva aperto un filone di inchiesta anche su questo aspetto e in cui Pusello era stato indagato, filone poi archiviato. Dopo un altro teste ascoltato, l’udienza è stata aggiornata al 14 luglio, alle 11,30, quando ci sarà la requisitoria del pm.mo.c.