Cronaca

Progetto di informazione sull'epilessia. L'Aou di Novara e Kiwanis Monterosa insieme nelle scuole

Progetto di informazione sull'epilessia. L'Aou di Novara e Kiwanis Monterosa nelle scuole per informare sulle malattie neurologiche

Progetto di informazione sull'epilessia. L'Aou di Novara e Kiwanis Monterosa insieme nelle scuole
Novara Aggiornamento:

Progetto di informazione sull'epilessia. L'Aou di Novara e Kiwanis Monterosa insieme nelle scuole.

Progetto di informazione

Il servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’azienda ospedaliero-universitaria di Novara, diretto dal dott. Maurizio Viri e il Kiwanis Monterosa Novara, presieduto da Adriana Guaglio, psicologa presso la stessa struttura, promuoveranno, nei mesi di febbraio e marzo, un progetto di informazione e prevenzione sull'epilessia nelle scuole di Novara. Sarà interessata la scuola primaria di secondo grado Bellini. L’iniziativa si articolerà in più incontri e coinvolgerà 163 studenti delle prime e seconde; 55 studenti di Pernate, più un incontro congiunto tra genitori e insegnanti.  Per i ragazzi più grandi gli incontri avverranno all’Istituto Professionale Ravizza, dove saranno coinvolte le quarte e le quinte per un totale di 78 ragazzi e anche in questa scuola è stato programmato un incontro congiunto con genitori e insegnanti.

L'iniziativa vuole rimediare alla poca attenzione che solitamente si pone all'epilessia, nonostante la sua elevata incidenza, e ha come scopo quindi di abbattere i pregiudizi e le false credenze che ancora oggi incombono sul malato epilettico. La malattia, che di per sé non costituisce un ostacolo alla vita sociale e scolastica, può essere spesso causa di disagio psichico e sociale perché il marchio che l’accompagna può indurre isolamento sociale e può compromettere l’armonica costruzione del senso di identità e dell’immagine di sé. Quindi il progetto di informazione, nonché di prevenzione, per combattere il pregiudizio si configura già come atto terapeutico; ed è per questo che è stato ritenuto importante iniziare dai ragazzi, dai genitori e dagli insegnanti che più di chiunque altro rappresentano il terreno fertile in cui seminare e fare crescere la conoscenza di una malattia che può essere curata, guardando a chi ne soffre con serenità in tutti i momenti in cui le crisi non ci sono e non spaventandosi quando avvengono.

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