Sentenza

Psicosetta di Cerano: una sola condanna e una pioggia di prescrizioni

Sei anni per violenza sessuale a un imputato: il pm ne aveva chiesti 230 per tutte le 26 persone finite a processo

Psicosetta di Cerano: una sola condanna e una pioggia di prescrizioni
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Psicosetta di Cerano: oggi, venerdì 10 gennaio 2025, a Novara, il giudice si è espresso su una vicenda giudiziaria che ha fatto molto discutere in questi anni.

Psicosetta di Cerano: una sola condanna e una pioggia di prescrizioni

Una sola condanna a 6 anni per il reato di violenza sessuale e nessuna condanna per gli altri 25 imputati. In alcuni casi si è trattato di assoluzione "perché il fatto non sussiste" in molti altri però è entrata in gioco la prescrizione.

Così si è espressa nella giornata di oggi, venerdì 10 gennaio, la Corte di Assise di Novara.

Il pm ha già annunciato l'intenzione di ricorrere in appello.

Erano stati chiesti 230 anni complessivi per 26 imputati

Il processo, svoltosi interamente a porte chiuse, era iniziato nel febbraio 2023.

Un processo che aveva fatto emergere grazie a diverse testimonianze uno scenario decisamente inquietante fatto di violenze e abusi.

Val la pena ricordare che il Pm Silvia Baglivo lo scorso mese di luglio era arrivato a chiedere ben 230 anni di carcere totali per i 26 imputati. Una richiesta arrivata al termine della lunga requisitoria divisa in due parti e che era servita per ripercorrere le tappe di una vicenda drammatica. Il pubblico ministero titolare del fascicolo di inchiesta aveva invocato la condanna di quasi tutti gli imputati con pene comprese tra i 7 e i 18 anni di reclusione, a seconda della pozione nel gruppo, insieme al sequestro di tutti i beni di loro proprietà: 230 anni di carcere complessivi.

La condanna più elevata era stata chiesta per le presunte organizzatrici dell’associazione, due psicologhe e per l’ex convivente del capo della setta.

Dal canto loro gli avvocati di parte civile Silvia Calzolaro e Marco Calosso, difensori di tre vittime, avevano manifestato soddisfazione per le richieste di pena formulate dalla pm.

Quei presunti abusi tra i boschi di Cerano

In questi mesi in aula sono stati ricostruiti quarant’anni di presunti abusi, anche ai danni di ragazzine, avvenuti tra i boschi di Cerano, dove c’era la cascina nascosta da una fitta vegetazione ritenuta base centrale dell’organizzazione, ma anche altrove, in scuole di danza, di spada celtica ed erboristerie o alloggi a Pavia, Genova, Milano, Vigevano e Rapallo.

Un castello accusatorio gravissimo, corroborato da materiale probatorio ritenuto solido, da riprese video e dalle tante testimonianze, una trentina circa, delle vittime che si erano costituite parte civile.

Ventisei, invece, le persone finite nei guai e rinviate a giudizio, per lo più professionisti (psicologi, insegnanti, editori ecc...) lombardi residenti tra Milano e diversi centri della sua cintura, il Pavese, il Varesotto e il Bergamasco, che rispondono a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla schiavitù e a ripetute violenze sessuali anche su minore.

A capo di tutto c’era l’erborista con attività nel quartiere San Siro di Milano Gian Maria Guidi, 79 anni, morto per malattia il 15 marzo 2023: non ha potuto prendere parte al processo.

Per gli inquirenti le giovani donne erano oggetto di sistematici stupri, pestaggi, torture, manipolazioni mentali e minacce di morte. Per le vessazioni corporali e psicologiche venivano utilizzati strumenti che sono stati poi trovati custoditi negli immobili oggetto dell’indagine.

Per gli imputati, invece, che hanno parlato ancora di recente rendendo dichiarazioni spontanee, non ci sarebbe stato alcun abuso: abbiamo dato vita ad una grande famiglia allargata, dove a regnare erano armonia, filosofia e amore, hanno sostanzialmente detto. E, se c’era sesso, hanno aggiunto, era consenziente, al massimo fatto con qualche pratica poco usuale.

L’inchiesta era nata dalla denuncia di Giulia, 36enne che oggi vive nel Braidese, finita nella setta quando di anni ne aveva 7 e convintasi a denunciare con il sostegno dell’associazione saviglianese “Mai+Sole”.

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