Salvati

Recuperati 500 pesci nell’area urbana di Arona del torrente Vevera e reimmessi più a monte

"Purtroppo rileviamo che ad Arona i vari interventi edili di rafforzamento delle sponde e degli argini avvengono ancora con vecchie logiche del passato".

Recuperati 500 pesci nell’area urbana di Arona del torrente Vevera e reimmessi più a monte
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Sabato mattina si è svolta una complessa operazione di recupero della fauna ittica presente nell’alveo del torrente Vevera, nel tratto che attraversa la zona urbana del comune di Arona, risalendo dalla foce sino al confine della zona edificata. I pesci recuperati sono stati nuovamente immessi nel torrente in un’area naturale più a monte.

Pesci recuperati

Questa iniziativa – effettuata dal personale specializzato di FIPSAS Novara – si è resa necessaria per salvaguardare l’ittiofauna presente nel torrente, poiché attualmente sono attivi alcuni cantieri edili sulle sponde e a breve sono in programmazione altri interventi invasivi con mezzi meccanici, sia sulle rive che nell’alveo del torrente. Situazioni che nei giorni scorsi avevano comportato un sopraluogo della polizia provinciale e la redazione di un verbale di constatazione, inoltrato all’ufficio provinciale Caccia e Pesca e alle altre autorità competenti in materia.

500 esemplari

L’intervento “di salvataggio” ha visto il recupero di oltre 500 esemplari prevalentemente salmonidi e ciprinidi: di cui 150 trote, alcune anche di dimensioni ragguardevoli, 300 vaironi (Telestes muticellus), 100 gobioni (Gobio gobio) e anche 10 bottatrici (Lota lota) per un peso complessivo di circa 35 kg.

Gian Luca Panunzi, presidente Fipsas provinciale Novara che ha coordinato l’intervento ha dichiarato: “La presenza di fauna ittica nel tratto urbano del torrente dove abbiamo effettuato i prelievi è comunque ancora significativa, ma francamente ci aspettavamo un quantitativo maggiore, rispetto ad un altro nostro intervento di recupero dello scorso mese di luglio. E’ probabile che le piene dello scorso autunno, con notevoli e intensi flussi d’acqua, abbiano alterato i fondali del letto del torrente, che in aggiunta alla presenza massiccia di sponde artificiali modificano l’habitat ottimale per la vita dei pesci e per la loro riproduzione”.

Gli Amici del lago

"Purtroppo rileviamo che ad Arona i vari interventi edili di rafforzamento delle sponde e degli argini avvengono ancora con vecchie logiche del passato, con cemento, muraglioni e pietre, in netto contrasto con gli obiettivi della comunità europea e con le linee guida dei vari tavoli di coordinamento dei contratti di fiume, che prevedono una forte rinaturalizzazione dei corpi idrici e delle loro sponde.

Questi interventi invasivi comportano inevitabilmente un impatto sul delicato equilibrio dell’ecosistema fluviale, con possibili alterazioni dell’habitat naturale, necessario per la vita delle specie ittiche e il mantenimento della biodiversità degli ambienti acquatici”.

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