Stresa

Ripresa l'udienza preliminare per la tragedia della Funivia del Mottarone

Nello schianto morirono 14 persone

Ripresa l'udienza preliminare per la tragedia della Funivia del Mottarone
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E’ ripresa martedì scorso, a due giorni dal terzo anniversario della strage, l’udienza preliminare per l’incidente del Mottarone dove il 23 maggio 2021 persero la vita 14 persone per la caduta della funivia numero 3 nei boschi soprastanti Stresa e il lago Maggiore.

Gli aggiornamenti sul caso

Terminati tutti gli atti preliminari, per la quinta udienza – che è durata meno di un’ora – si è tornati nell’aula “C” del tribunale di corso Europa a Pallanza, considerato che gli accordi risarcitori hanno ridotto il numero delle parti civili e che il Tecnoparco e la sala convegni della Casa della Resistenza, dove si erano svolte le precedenti, non erano dunque più necessarie. Martedì 21 maggio c’era attesa per le possibili richieste di riti alternativi – che non sono arrivate almeno in questa fase – da parte degli avvocati delle sei persone e delle due società imputate, a vario titolo, di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, disastro colposo, omissione dei sistemi di sicurezza e falso. Tutti hanno optato per la discussione, terminata la quale la gup Rosa Maria Fornelli si esprimerà per il rinvio a giudizio, come richiesto dalla procuratrice capo Olimpia Bossi, o per il non luogo a procedere, come invocato dai difensori.

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Sin qui la gran parte delle parti civili hanno già ricevuto i primi indennizzi dall’assicurazione, in piccola parte da Ferrovie del Mottarone e in gran parte da Leitner: circa 25-30 milioni di euro in tutto, e si attendono anche gli eventuali indennizzi nei confronti di Regione Piemonte e Comune di Stresa, proprietarie della funivia che lamentano l’impatto negativo della tragedia sul territorio. Secondo le conclusioni dei periti coinvolti nella fase di incidente probatorio, quanto accaduto quella domenica di tre anni or sono sarebbe riconducibile all’usura della fune traente (che si era spezzato nel punto maggiormente sottoposto a sollecitazioni) sulla quale non sarebbero stati eseguiti i periodici controlli e all’inserimento manale dei forchettoni rossi che hanno impedito al sistema frenante di entrare in azione.

Ad assumersi la paternità di quel gesto, va ricordato, è stato il borgomanerese Gabriele Tadini, l’ex capo servizio dell’impianto che funzionava tra Carciano, Alpino e la vetta che di recente è stato dissequestrato dalla magistratura e che ora potrà, forse, essere rigenerato grazie ad un annunciato finanziamento statale di 15 milioni di euro. Nei guai, oltre a Tadini, sono dirigenti dell’altoatesina Leitner – Anton Seeber, presidente del cda, Martin Leitner, consigliere delegato e Peter Rabanser, responsabile del customer service – Luigi Nerini, concessionario della funivia ed Enrico Perocchio che era il direttore d’esercizio. Sono imputate anche le due società, Ferrovie del Mottarone e Leitner.

Le prossime udienze

Si tornerà in aula il prossimo martedì 18 giugno. Per quella data è prevista la discussione con il pm e parleranno le parti civili. Poi nuove udienze il 5 (attese le parole dei legali di Nerini, Perocchio e Tadini) e il 16 luglio (coi legali della Leitner). La settimana successiva, dopo le eventuali repliche del pubblico ministero, la lettura dell’ordinanza del gup.

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