Sequestrato alloggio usato per la prostituzione in viale Volta

Sequestrato alloggio usato per la prostituzione in viale Volta
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NOVARA, Violazione della “legge Merlin”. Questa l’accusa formulata a carico di un italiano, 50enne, originario della Campania, ma da anni residente a Novara, proprietario di un appartamento posto in viale Volta e di due donne di origine brasiliana.L’appartamento era usato per l’esercizio della prostituzione. Dopo aver avviato le indagini sulla base di diverse segnalazioni, i Carabinieri di Novara hanno messo in campo una serie di appostamenti, i cui esiti sono stati incrociati con la consultazione di alcuni annunci pubblicati sul web, che poco spazio lasciavano dubbi su cosa accadesse all’interno di quell’appartamento.Solo dopo aver raccolto sufficienti indizi, è scattato il blitz dei militari. Con una telefonata, uno dei carabinieri, fingendosi “interessato”, ha fissato un appuntamento. Poco dopo il finto “cliente” si è presentato alla porta dell’appartamento, dove è stato accolto da una donna, che, in abiti succinti, gli proponeva un incontro sessuale al prezzo di 60 euro. A quel punto, a un preciso segnale, è partito il blitz. In pochi istanti sono entrati nell’appartamento altri carabinieri, che hanno identificato la donna. L’attività investigativa ha visto anche la perquisizione domiciliare, che ha permesso il rinvenimento e il sequestro di 400 euro, ritenuti dagli inquirenti come compendio del meretricio. L’azione si chiudeva con il sequestro dell’alloggio e con la denuncia in stato di libertà di tre persone, ritenute, a vario titolo, responsabili in concorso del reato di favoreggiamento della prostituzione.mo.c.

NOVARA, Violazione della “legge Merlin”. Questa l’accusa formulata a carico di un italiano, 50enne, originario della Campania, ma da anni residente a Novara, proprietario di un appartamento posto in viale Volta e di due donne di origine brasiliana.L’appartamento era usato per l’esercizio della prostituzione. Dopo aver avviato le indagini sulla base di diverse segnalazioni, i Carabinieri di Novara hanno messo in campo una serie di appostamenti, i cui esiti sono stati incrociati con la consultazione di alcuni annunci pubblicati sul web, che poco spazio lasciavano dubbi su cosa accadesse all’interno di quell’appartamento.Solo dopo aver raccolto sufficienti indizi, è scattato il blitz dei militari. Con una telefonata, uno dei carabinieri, fingendosi “interessato”, ha fissato un appuntamento. Poco dopo il finto “cliente” si è presentato alla porta dell’appartamento, dove è stato accolto da una donna, che, in abiti succinti, gli proponeva un incontro sessuale al prezzo di 60 euro. A quel punto, a un preciso segnale, è partito il blitz. In pochi istanti sono entrati nell’appartamento altri carabinieri, che hanno identificato la donna. L’attività investigativa ha visto anche la perquisizione domiciliare, che ha permesso il rinvenimento e il sequestro di 400 euro, ritenuti dagli inquirenti come compendio del meretricio. L’azione si chiudeva con il sequestro dell’alloggio e con la denuncia in stato di libertà di tre persone, ritenute, a vario titolo, responsabili in concorso del reato di favoreggiamento della prostituzione.mo.c.

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