Setta delle bestie di Cerano: in aula video e foto di quanto accadeva e gli oggetti usati con le adepte
Ha parlato anche una super testimone
Nuova udienza del processo in corso di svolgimento a Novara alla cosiddetta Setta delle Bestie, il gruppo di professionisti lombardi accusato di aver abusato e torturato ragazze e bambine dopo averle iniziate a riti magico-esoterici per oltre 30 anni, in periodi diversi, dal 1990 in poi.
In aula
Ventotto le persone inizialmente indagate, 26 quelle poi finite a giudizio per violenze sessuali aggravate e di gruppo commesse ai danni anche di minori, dopo la morte del capo della setta, Gianni Maria Guidi, 79 anni, e l’assenza “forzata” dall’aula della sua principale collaboratrice, Sonia Martinovic, ritenuta incapace di affrontare il dibattimento che si svolge a porte chiuse per volontà della Corte. La sua posizione sarà rivista entro fine anno.
Nei giorni scorsi, durante l’ultima udienza prima della pausa estiva, hanno reso la loro testimonianza in aula altri poliziotti della Squadra Mobile di Novara che presero parte alle indagini. Sono stati mostrati i video e le foto di quanto accadeva nella setta e anche gli oggetti vari che venivano utilizzati con le adepte.
A rivelare la presenza di questa organizzazione criminale – al momento ancora presunta – era stata una delle vittime che, col suo agghiacciante racconto agli investigatori, aveva dato origine all’inchiesta “Dioniso” che nel luglio del 2021 aveva portato la polizia novarese ad accertare e smantellare l’esistenza di una potente psicosetta con base operativa a Cerano, località Le Casette. Secondo quanto emerso il gruppo riusciva a reclutare le vittime grazie a un Centro psicologico e a una fitta rete di attività commerciali: due scuole di danza, una di spada celtica, diverse erboristerie, una bottega di artigianato e una casa editrice.
Le vittime venivano allontanate dalle famiglie: «Dopo anni di appartenenza alla setta, le persone offese venivano ridotte a essere utilizzate come una proprietà del Guidi». Il processo a carico degli imputati è iniziato nelle scorse settimane davanti alla Corte d’Assise a Novara e a salire sul banco dei testimoni sono state sin qui alcune delle vittime. Una di loro, «Giulia», ha raccontato di essere entrata nella setta per volontà della zia. Assistita dall’avvocato Silvia Calzolaro, la supertestimone ha parlato per ore di anni terribili («stupri e pestaggi, era l’inferno: sono scappata per non morire») e in aula c’erano anche alcuni degli investigatori che presero parte alle indagini e ai sequestri degli strumenti utilizzati per compiere le violenze, riconosciuti dalla testimone. Alcuni indagati, hanno reso dichiarazioni spontanee negando gli addebiti. Si tornerà in aula a novembre e dicembre, mesi nei quali sono già state calendarizzate più udienze. E’ ancora lunghissima la lista dei testimoni chiamati a deporre.