Sfollati da mesi, situazione insostenibile

Sfollati da mesi, situazione insostenibile
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RE - Due famiglie sfollate da ormai più di quindici mesi. La situazione che sta diventando sempre più insostenibile, a Re per cinque persone, obbligate ad evacuare dalle proprie abitazioni in seguito alla frana che nella notte tra l'11 e il 12 novembre del 2014, si è staccata dal versante montano che sovrasta il paese. Le due famiglie (Alberto Balassi con la moglie e il figlio sposato pure lui e con un bimbo piccolo) da quel giorno si sono dovute trasferite (la prima a Dissimo, l’altra a Villette). Una decisione resa obbligata da un’ordinanza comunale: il pendio è infatti ancora instabile e occorre una messa in sicurezza dell’area. L’immobile dove risiedono le due famiglie al momento sfollate, si trova proprio alla base del punto più critico del pendio dove si è verificato lo smottamento. Grazie ad un accordo col Comune Alberto Balassi è potuto tornare a lavorare nella carrozzeria che gestisce, ubicata al piano terra del fabbricato. Una deroga all’ordinanza, ma con alcuni accorgimenti: «Vige sempre  l’obbligo di evacuazione in caso di maltempo», puntualizza il sindaco di Re, Oreste Pastore. I lavori di messa in sicurezza della montagna, attesi da mesi, non sono però ancora partiti. Alcuni mesi fa è stata realizzata una passerella sul vicino ruscello, per consentire un accesso in sicurezza alle case della zona. Resta però ancora al palo la sistemazione del versante franato proprio al di sopra di casa Balassi. Rassicurazioni giungono ora direttamene dal vicepresidente della Regione Piemonte. «La vicenda degli sfollati per la frana di Re è a noi ben presente, ce ne siamo occupati con impegno da quando il problema si è posto - dichiara Aldo Reschigna -. Purtroppo la soluzione non dipende solo da noi, ma è legata alle decisioni dei ministeri per l'ambiente e lo sviluppo economico. Il milione e 350mila euro necessario per liquidare la casa e mettere in sicurezza la montagna è infatti legato al recupero di vecchi fondi statali inutilizzati. Su questo stiamo lavorando con i due ministeri. L'accordo di programma che permetterebbe di riutilizzare quei fondi è a buon punto, contiamo di chiudere con Roma in un paio di mesi. A quel punto la strada sarebbe in discesa, il Comune avrebbe la disponibilità per fare quanto occorre. Confermo anche l'impegno assunto con il sindaco di Re e l'avvocato della famiglia Balassi nel nostro ultimo incontro di varare entro marzo la determina di assegnazione delle risorse. Ci rendiamo conto delle gravi difficoltà della famiglia, per questo ci siamo mossi subito. Posso assicurare che il nostro impegno è stato incessante, la soluzione dovrebbe essere ormai vicina». Anche il sindaco di Re auspica che la vicenda trovi davvero nel breve periodo una risoluzione. «Nelle immediate vicinanze di quest’area vi sono anche le scuole, poi la zona è attraversata dalla statale 337, un’arteria fondamentale per la viabilità vigezzina e il transito dei frontalieri».

Marco De Ambrosis

RE - Due famiglie sfollate da ormai più di quindici mesi. La situazione che sta diventando sempre più insostenibile, a Re per cinque persone, obbligate ad evacuare dalle proprie abitazioni in seguito alla frana che nella notte tra l'11 e il 12 novembre del 2014, si è staccata dal versante montano che sovrasta il paese. Le due famiglie (Alberto Balassi con la moglie e il figlio sposato pure lui e con un bimbo piccolo) da quel giorno si sono dovute trasferite (la prima a Dissimo, l’altra a Villette). Una decisione resa obbligata da un’ordinanza comunale: il pendio è infatti ancora instabile e occorre una messa in sicurezza dell’area. L’immobile dove risiedono le due famiglie al momento sfollate, si trova proprio alla base del punto più critico del pendio dove si è verificato lo smottamento. Grazie ad un accordo col Comune Alberto Balassi è potuto tornare a lavorare nella carrozzeria che gestisce, ubicata al piano terra del fabbricato. Una deroga all’ordinanza, ma con alcuni accorgimenti: «Vige sempre  l’obbligo di evacuazione in caso di maltempo», puntualizza il sindaco di Re, Oreste Pastore. I lavori di messa in sicurezza della montagna, attesi da mesi, non sono però ancora partiti. Alcuni mesi fa è stata realizzata una passerella sul vicino ruscello, per consentire un accesso in sicurezza alle case della zona. Resta però ancora al palo la sistemazione del versante franato proprio al di sopra di casa Balassi. Rassicurazioni giungono ora direttamene dal vicepresidente della Regione Piemonte. «La vicenda degli sfollati per la frana di Re è a noi ben presente, ce ne siamo occupati con impegno da quando il problema si è posto - dichiara Aldo Reschigna -. Purtroppo la soluzione non dipende solo da noi, ma è legata alle decisioni dei ministeri per l'ambiente e lo sviluppo economico. Il milione e 350mila euro necessario per liquidare la casa e mettere in sicurezza la montagna è infatti legato al recupero di vecchi fondi statali inutilizzati. Su questo stiamo lavorando con i due ministeri. L'accordo di programma che permetterebbe di riutilizzare quei fondi è a buon punto, contiamo di chiudere con Roma in un paio di mesi. A quel punto la strada sarebbe in discesa, il Comune avrebbe la disponibilità per fare quanto occorre. Confermo anche l'impegno assunto con il sindaco di Re e l'avvocato della famiglia Balassi nel nostro ultimo incontro di varare entro marzo la determina di assegnazione delle risorse. Ci rendiamo conto delle gravi difficoltà della famiglia, per questo ci siamo mossi subito. Posso assicurare che il nostro impegno è stato incessante, la soluzione dovrebbe essere ormai vicina». Anche il sindaco di Re auspica che la vicenda trovi davvero nel breve periodo una risoluzione. «Nelle immediate vicinanze di quest’area vi sono anche le scuole, poi la zona è attraversata dalla statale 337, un’arteria fondamentale per la viabilità vigezzina e il transito dei frontalieri».

Marco De Ambrosis

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