Si era finto ‘cliente’ durante una rapina in un’azienda: arrestato con i due rapinatori

Si era finto ‘cliente’ durante una rapina in un’azienda: arrestato con i due rapinatori
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NOVARA, Lo scorso anno, esattamente il 14 gennaio del 2016, in due avevano messo in atto una rapina ai danni dell’azienda Fonomatic New Game di strada privata Iamoni a Novara.Una ditta che, a Sant’Agabio, opera nel settore della fornitura di caffè e del noleggio di slot machine per bar e sale scommesse. I rapinatori, uno dei quali armato di pistola, entrambi con delle parrucche in testa, avevano fatto irruzione negli uffici del titolare della ditta, al cui interno si trovava anche un “cliente” (che aveva appena ricevuto dal titolare della ditta un prestito di duemila euro da decurtare dai proventi delle slot machine presenti in un bar di sua proprietà), legando entrambe le “vittime” alle rispettive sedie con l’aiuto di nastro adesivo.I due aggressori avevano prelevato il denaro contante presente all’interno dell’ufficio, muovendosi con dimestichezza e dimostrandosi a conoscenza della collocazione delle due casseforti (una delle quali veniva aperta dopo aver costretto il titolare della ditta a usare il codice di apertura).Dopo aver prelevato tutto il denaro contante presente nelle casseforti, i due rapinatori si erano impossessati di un decoder digitale terrestre e di una batteria ausiliaria del sistema di video sorveglianza nell’errata convinzione, spiegano ora i Carabinieri (che si sono occupati delle indagini) che si trattasse dell’hard disk contenente i filmati della videosorveglianza.L’hard disk, invece, era rimasto nell’ufficio della ditta e i relativi filmati, acquisiti dai Carabinieri, sono diventati l’elemento di partenza dei successivi accertamenti investigativi. Indagini che si sono protratte sino allo scorso mese di novembre e, a seguito delle quali, sono emersi gravi indizi a carico di Angelo Caci, 48 anni, di origini siciliane, residente a Novara, già conosciuto dalle Forze dell’Ordine; Emanuele Dell’Anna, classe 1994, residente a Lecce, anche lui già conosciuto dalle Forze dell’Ordine e Giampiero Russo, classe 1989, residente a Nardò in provincia di Lecce, già con precedenti.All’esito delle investigazioni condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Novara, la Procura della Repubblica di Novara (pm Marco Grandolfo) riteneva sussistenti gravi elementi di responsabilità in relazione ai reati di rapina aggravata e sequestro di persona in concorso. Così per tali ipotesi di reato, il Gip Angela Fasano ha accolto la richiesta di misura cautelare avanzata dall’ufficio di Procura, applicando nei confronti di tutti e tre gli indagati la custodia cautelare in carcere.Il provvedimento è stato eseguito nella mattinata del 12 gennaio dai Carabinieri di Novara (a carico di Caci si è proceduto presso la locale casa circondariale, dove, per altra causa, si trova detenuto) e dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Lecce che hanno operato nel Salento. Nei prossimi giorni si svolgeranno gli interrogatori di garanzia.Le indagini dei Carabinieri hanno consentito di stabilire come Caci, una delle due “vittime” della rapina, a quanto risulterebbe al momento, sarebbe stato in realtà l’organizzatore del colpo e che quella del “prestito” non sarebbe stata altro che una scusa per introdursi, senza destare sospetti, nell’ufficio del titolare della ditta con il quale esistevano rapporti lavorativi.Sin da subito, infatti, la versione fornita dall’uomo ai Carabinieri ha destato qualche perplessità. Aveva riferito di essersi sentito male per la rapina, mentre i filmati mostrano ben altro, ossia un’estrema sua tranquillità, pur essendo legato a una sedia e con una pistola puntata contro. Un malore lo ebbe realmente, quando, durante il sopralluogo dei Carabinieri, riuscì a capire che i complici non avevano affatto prelevato i filmati della videosorveglianza interna. Un elemento che è diventato sempre più interessante quando l’uomo, ancora visto come una delle ‘vittime’, continuava a chiedere agli investigatori se i filmati fossero leggibili. Altro elemento insolito: i due rapinatori in azione, quando controllarono le tasche di Caci, non prelevarono i 2mila euro che aveva appena ricevuto dal titolare. Così i militari si sono subito concentrati sul ‘cliente’, iniziando una sinergia con i carabinieri di Lecce, che ha portato nel maggio del 2016 a una misura cautelare nei confronti di Caci e di Russo, ma per un episodio di diversa natura e ben più grave. Caci era stato rintracciato e arrestato a Novara. Da questa operazione era nata una sinergia, che ha posto i militari di Novara nella condizione di sviluppare e approfondire una serie di elementi acquisiti nel corso delle indagini svolte dai colleghi pugliesi (in particolar modo su una serie di sim sequestrate nel corso di una perquisizione domiciliare eseguita nella casa di Russo). Dall’analisi incrociata di una cospicua mole di dati di traffico telefonico intercorso sulle utenze in uso a Russo, Caci e Dell’Anna, e con il riconoscimento compiuto dalla sola e vera vittima della rapina, il cerchio si è chiuso sui tre.mo.c.

NOVARA, Lo scorso anno, esattamente il 14 gennaio del 2016, in due avevano messo in atto una rapina ai danni dell’azienda Fonomatic New Game di strada privata Iamoni a Novara.Una ditta che, a Sant’Agabio, opera nel settore della fornitura di caffè e del noleggio di slot machine per bar e sale scommesse. I rapinatori, uno dei quali armato di pistola, entrambi con delle parrucche in testa, avevano fatto irruzione negli uffici del titolare della ditta, al cui interno si trovava anche un “cliente” (che aveva appena ricevuto dal titolare della ditta un prestito di duemila euro da decurtare dai proventi delle slot machine presenti in un bar di sua proprietà), legando entrambe le “vittime” alle rispettive sedie con l’aiuto di nastro adesivo.I due aggressori avevano prelevato il denaro contante presente all’interno dell’ufficio, muovendosi con dimestichezza e dimostrandosi a conoscenza della collocazione delle due casseforti (una delle quali veniva aperta dopo aver costretto il titolare della ditta a usare il codice di apertura).Dopo aver prelevato tutto il denaro contante presente nelle casseforti, i due rapinatori si erano impossessati di un decoder digitale terrestre e di una batteria ausiliaria del sistema di video sorveglianza nell’errata convinzione, spiegano ora i Carabinieri (che si sono occupati delle indagini) che si trattasse dell’hard disk contenente i filmati della videosorveglianza.L’hard disk, invece, era rimasto nell’ufficio della ditta e i relativi filmati, acquisiti dai Carabinieri, sono diventati l’elemento di partenza dei successivi accertamenti investigativi. Indagini che si sono protratte sino allo scorso mese di novembre e, a seguito delle quali, sono emersi gravi indizi a carico di Angelo Caci, 48 anni, di origini siciliane, residente a Novara, già conosciuto dalle Forze dell’Ordine; Emanuele Dell’Anna, classe 1994, residente a Lecce, anche lui già conosciuto dalle Forze dell’Ordine e Giampiero Russo, classe 1989, residente a Nardò in provincia di Lecce, già con precedenti.All’esito delle investigazioni condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Novara, la Procura della Repubblica di Novara (pm Marco Grandolfo) riteneva sussistenti gravi elementi di responsabilità in relazione ai reati di rapina aggravata e sequestro di persona in concorso. Così per tali ipotesi di reato, il Gip Angela Fasano ha accolto la richiesta di misura cautelare avanzata dall’ufficio di Procura, applicando nei confronti di tutti e tre gli indagati la custodia cautelare in carcere.Il provvedimento è stato eseguito nella mattinata del 12 gennaio dai Carabinieri di Novara (a carico di Caci si è proceduto presso la locale casa circondariale, dove, per altra causa, si trova detenuto) e dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Lecce che hanno operato nel Salento. Nei prossimi giorni si svolgeranno gli interrogatori di garanzia.Le indagini dei Carabinieri hanno consentito di stabilire come Caci, una delle due “vittime” della rapina, a quanto risulterebbe al momento, sarebbe stato in realtà l’organizzatore del colpo e che quella del “prestito” non sarebbe stata altro che una scusa per introdursi, senza destare sospetti, nell’ufficio del titolare della ditta con il quale esistevano rapporti lavorativi.Sin da subito, infatti, la versione fornita dall’uomo ai Carabinieri ha destato qualche perplessità. Aveva riferito di essersi sentito male per la rapina, mentre i filmati mostrano ben altro, ossia un’estrema sua tranquillità, pur essendo legato a una sedia e con una pistola puntata contro. Un malore lo ebbe realmente, quando, durante il sopralluogo dei Carabinieri, riuscì a capire che i complici non avevano affatto prelevato i filmati della videosorveglianza interna. Un elemento che è diventato sempre più interessante quando l’uomo, ancora visto come una delle ‘vittime’, continuava a chiedere agli investigatori se i filmati fossero leggibili. Altro elemento insolito: i due rapinatori in azione, quando controllarono le tasche di Caci, non prelevarono i 2mila euro che aveva appena ricevuto dal titolare. Così i militari si sono subito concentrati sul ‘cliente’, iniziando una sinergia con i carabinieri di Lecce, che ha portato nel maggio del 2016 a una misura cautelare nei confronti di Caci e di Russo, ma per un episodio di diversa natura e ben più grave. Caci era stato rintracciato e arrestato a Novara. Da questa operazione era nata una sinergia, che ha posto i militari di Novara nella condizione di sviluppare e approfondire una serie di elementi acquisiti nel corso delle indagini svolte dai colleghi pugliesi (in particolar modo su una serie di sim sequestrate nel corso di una perquisizione domiciliare eseguita nella casa di Russo). Dall’analisi incrociata di una cospicua mole di dati di traffico telefonico intercorso sulle utenze in uso a Russo, Caci e Dell’Anna, e con il riconoscimento compiuto dalla sola e vera vittima della rapina, il cerchio si è chiuso sui tre.mo.c.

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