L'operazione

Sigilli a 7 centri massaggi cinesi: erano case di prostituzione

Al vaglio della Procura di Verbania anche la possibile sussistenza del reato di riduzione in schiavitù

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I carabinieri della Stazione di Stresa nel pomeriggio di ieri hanno posto i sigilli a 7 centri massaggi orientali, di fatto adibiti a case di prostituzione, denunciando 6 persone ed arrestandone una, tutti titolari delle suddette attività.

Il racconto

Negli ultimi mesi, i carabinieri avevano svolto numerosi servizi di osservazione presso un centro massaggi orientali a Baveno, per poi allargare gli accertamenti anche ad altri centri della provincia, identificando numerosi clienti e raccogliendo inequivocabili elementi di prova sull’attività di prostituzione che si celava dietro la facciata dei massaggi orientali.

Nel Pomeriggio di ieri 35 carabinieri del Comando Provinciale di Verbania hanno dato esecuzione a un decreto di perquisizione emesso dal PM titolare dell’indagine, dott. Periani, presentandosi contemporaneamente in 7 centri massaggi, 3 ubicati a Verbania, 2 a Domodossola 1 in Omegna ed 1 a Baveno.
All’interno, oltre ai titolari delle attività, sono state sorprese alcune ragazze addette ai “massaggi” e anche un cliente intento a consumare una prestazione sessuale.
In particolare, in un dei centri massaggi di Domodossola, ove tra l’altro lo scorso 10 marzo era deceduto per cause naturali un cliente proveniente dalla Svizzera durante la “prestazione”, è stata arrestata in flagranza la titolare, una 40enne di nazionalità cinese residente nel centro domese, poiché sono emerse nei suoi confronti inequivocabili responsabilità in ordine all’organizzazione dell’attività di prostituzione, per la quale riscuoteva i compensi dai clienti e pianificava gli orari di lavoro delle ragazze.

La donna arrestata al termine delle attività è stata condotta al carcere femminile di Vercelli, mentre per gli altri 6 titolari dei centri massaggi è scattata la denuncia in stato di libertà.
Nel corso delle perquisizioni i carabinieri hanno:
− accertato che all’interno delle citate strutture le ragazze, tutte di nazionalità cinese, fossero costrette dai titolari delle attività non solo a prostituirsi ma anche a soggiornarvi in via continuativa, potendo uscire solo per svolgere alcune commissioni;
− sequestrato oltre 10mila euro e 1000 franchi svizzeri in contanti, numerosi apparati telefonici probabilmente utilizzati per gli appuntamenti e la gestione dell’attività illecita, oltre numerosi strumenti e materiale vario per le pratiche sessuali.

Pesanti i reati ipotizzati, che vanno dal favoreggiamento allo sfruttamento della prostituzione, con pene fino a 12 anni di reclusione. Al vaglio della Procura di Verbania anche la possibile sussistenza del reato di riduzione in schiavitù.

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