La posizione

Sindacato pensionati: "In Piemonte solo il 3% è stato vaccinato, evitiamo nuova strage di anziani"

"I vaccini vanno a rilento".

Sindacato pensionati: "In Piemonte solo il 3% è stato vaccinato, evitiamo nuova strage di anziani"
Pubblicato:
Aggiornato:

“Vaccinare, vaccinare in fretta... “contro la pandemia sars-covid, è lo slogan che sentiamo ripetere. Ma appunto rischia di rimanere uno slogan.

La posizione del sindacato

"In Piemonte soltanto il 3% della popolazione è stato vaccinato e solo a fine mese, in ritardo rispetto alle altre regioni, si inizierà a vaccinare chi ha più di 80 anni.
Con quali modalità e con quali mezzi?
Ciò è tanto più colpevole se, come si stima da più parti, queste vaccinazioni potrebbero ridurre notevolmente la mortalità generale, ma comunque non sufficienti a eliminare la pandemia se non accompagnate da severi lockdown e dal tracciamento dei contagi".

La strage di anziani

"Non vorremmo si ricreassero le condizioni per il ripetersi della strage degli anziani che abbiamo già visto e la continuazione del sostanziale blocco delle cure delle altre patologie.
Infatti continuano a mancare medici, infermieri, personale specialistico, e la stessa direzione della sanità ordinaria ed emergenziale è precaria: si susseguono dimissioni e sostituzioni.
La medicina ospedaliera e in particolare quella del territorio, già carenti prima della pandemia, sono in stato comatoso, nonostante l’abnegazione oltre ogni limite tollerabile degli addetti, un solo dato: si stimavano nel 2019 mancanti in regione 5000 infermieri.
L’assistenza agli anziani: Le residenze assistenziali rischiano la chiusura, in particolare quelle pubbliche, almeno 1/3 dei posti letto è vuoto, mentre sul mercato si affacciano nuove società private di assistenza domiciliare, infatti la domanda di assistenza non diminuisce, evidentemente i costi dei ricoveri non sono sostenibili dagli anziani e/o le garanzie di sicurezza sono ritenute insufficienti".

"Difendiamo il diritto alla salute"

"L’altro slogan, “aprire tutto ... tornare alla normalità...”, insieme alle scelte sbagliate dell’oggi e alle carenze ereditate dal passato: privilegio della sanità ospedaliera rispetto a quella del territorio, alla prevenzione e all’assistenza, l’apertura della sanità ai gestori privati che sostituiscono quella pubblica, stanno dando i loro frutti velenosi in termini di morti e contagi galoppanti che colpiscono prevalentemente gli anziani ed economici in danno delle famiglie popolari. E in questo frangente paghiamo anche l’effetto negativo della carenza di vaccini perché la loro produzione, peraltro finanziata dagli Stati, è monopolio delle grandi aziende farmaceutiche (che ne ottengono un enorme profitto), e costatiamo proliferare probabili truffe sulle forniture mediche, vedasi anche le mascherine inidonee prodotte da FCA.
Per noi pensionati USB del Piemonte difendere e rivendicare il diritto alla salute ed alla vita è un diritto primario che dobbiamo far valere. Rivendicare un modello di società più giusta è nostro dovere".

Seguici sui nostri canali