Sindaco di Veruno e tecnico comunale a processo per un esposto per lavori edilizi non autorizzati

Sindaco di Veruno e tecnico comunale a processo per un esposto per lavori edilizi non autorizzati
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NOVARA - Il sindaco di Veruno, nel Novarese, Gualtiero Pastore e il tecnico comunale, Giovanni Omarini, si ritrovano nuovamente alla sbarra, in Tribunale. Il tutto a poco meno di un anno dall’assoluzione in una vicenda per presunti abusi per una variante parziale di piano regolatore. I due, a fine maggio 2014, insieme al progettista della variante, erano stati assolti dalle accuse che venivano loro contestate perché il fatto non sussiste.

Ora sono finiti sul banco degli imputati per un altro esposto, anche questo risalente al 2009, come quello che aveva dato il via all’altro processo. Nell’esposto venivano segnalati lavori abusivi in un terreno dove le opere interne sarebbero state realizzate in parziale difformità rispetto al permesso. Alla sbarra con i due ci sono Stefania Magistro, intestataria del permesso, Giuseppe Stissi e Rosanna Nasca, dell’Impresa Edil Nasca di Dormelletto, che ha eseguito le opere, Massimo Rovarini, direttore dei lavori, e Alberto Merlini, vigile urbano. Sono difesi da un collegio di avvocati composto da Carla Zucco, Renzo Inghilleri e Stefano Senzacqua. Le accuse sono, a vario titolo, abuso d’ufficio, abuso edilizio, omessa denuncia e occultamento di atti.

L’esposto era stato presentato da un vicino di casa. Si tratta per lo più di lavori di piccola entità, come un piccolo bagno nel sottotetto e lo spostamento di un cancello. Stando a quanto sostenuto dai proprietari, uno dei quali escusso in aula, il primo cittadino pare avesse dato parere favorevole alle varie modifiche da effettuare. Erano poi arrivate le proteste del vicino e il cantiere era stato bloccato. «Il sindaco – ha sostenuto il teste – ci ha detto che, dinanzi a un esposto, non si poteva fare altro: occorreva bloccare i lavori». Da quanto emerso in aula ci sarebbe stata anche la possibilità di far cambiare idea al vicino, ‘addolcendolo’ e facendogli ritirare l’esposto, versando quella che nelle conversazioni a volte veniva definita ‘bruschetta’, altre volte ‘contentino’ (ossia contanti).

Martedì in aula il Collegio ha deciso di acquisire i cd con alcune registrazioni di colloqui al telefono, cui ha fatto cenno il teste, e anche le trascrizioni, quindi l’udienza è stata aggiornata al 12 maggio.

mo.c.


NOVARA - Il sindaco di Veruno, nel Novarese, Gualtiero Pastore e il tecnico comunale, Giovanni Omarini, si ritrovano nuovamente alla sbarra, in Tribunale. Il tutto a poco meno di un anno dall’assoluzione in una vicenda per presunti abusi per una variante parziale di piano regolatore. I due, a fine maggio 2014, insieme al progettista della variante, erano stati assolti dalle accuse che venivano loro contestate perché il fatto non sussiste.

Ora sono finiti sul banco degli imputati per un altro esposto, anche questo risalente al 2009, come quello che aveva dato il via all’altro processo. Nell’esposto venivano segnalati lavori abusivi in un terreno dove le opere interne sarebbero state realizzate in parziale difformità rispetto al permesso. Alla sbarra con i due ci sono Stefania Magistro, intestataria del permesso, Giuseppe Stissi e Rosanna Nasca, dell’Impresa Edil Nasca di Dormelletto, che ha eseguito le opere, Massimo Rovarini, direttore dei lavori, e Alberto Merlini, vigile urbano. Sono difesi da un collegio di avvocati composto da Carla Zucco, Renzo Inghilleri e Stefano Senzacqua. Le accuse sono, a vario titolo, abuso d’ufficio, abuso edilizio, omessa denuncia e occultamento di atti.

L’esposto era stato presentato da un vicino di casa. Si tratta per lo più di lavori di piccola entità, come un piccolo bagno nel sottotetto e lo spostamento di un cancello. Stando a quanto sostenuto dai proprietari, uno dei quali escusso in aula, il primo cittadino pare avesse dato parere favorevole alle varie modifiche da effettuare. Erano poi arrivate le proteste del vicino e il cantiere era stato bloccato. «Il sindaco – ha sostenuto il teste – ci ha detto che, dinanzi a un esposto, non si poteva fare altro: occorreva bloccare i lavori». Da quanto emerso in aula ci sarebbe stata anche la possibilità di far cambiare idea al vicino, ‘addolcendolo’ e facendogli ritirare l’esposto, versando quella che nelle conversazioni a volte veniva definita ‘bruschetta’, altre volte ‘contentino’ (ossia contanti).

Martedì in aula il Collegio ha deciso di acquisire i cd con alcune registrazioni di colloqui al telefono, cui ha fatto cenno il teste, e anche le trascrizioni, quindi l’udienza è stata aggiornata al 12 maggio.

mo.c.


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