“Soccorsi pilotati” sull’A4: coinvolto altro appartenente alla Polizia stradale

“Soccorsi pilotati” sull’A4: coinvolto altro appartenente alla Polizia stradale
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NOVARA, Ci sarebbe il coinvolgimento di un altro appartenente alla Polizia stradale (oltre a quelli già individuati) nell’indagine che, lo scorso anno a novembre, aveva portato all’arresto di quattro poliziotti della stradale di Novara Est. E’ quanto emerso nell’ultima udienza del processo relativo ai ‘soccorsi pilotati’, quando, tra i vari testi ascoltati, è intervenuta la comandante della Polizia stradale di Novara, Luciana Giorgi. Era stata lei, dopo aver raccolto informazioni di comportamenti al di fuori dalle norme, a dare il via a una serie di verifiche interne, scoprendo come qualcosa non andasse alla sottosezione di Novara Est.Un procedimento, dunque, che è l’esito dell’indagine per corruzione e concussione sui soccorsi lungo l’A4 Torino-Milano. Alla sbarra, in questo momento, ci sono il capopattuglia Angelo Deleonibus di 32 anni, attualmente agli arresti domiciliari, e l’imprenditore Massimiliano Grossi, della G.D. service. L’agente, come sostiene l’accusa, avrebbe favorito l’azienda di soccorso dell’amico, la G.D. service di Cameri, finito quindi a processo con lui. La comandante ha ricostruito le fasi dell’indagine, rispondendo in modo diretto e concreto ai difensori dei due imputati, che hanno cercato di trovare punti per ‘sgretolare’ le accuse nei confronti dei loro assistiti. La comandante è stata molto dura e, spiegando in aula quanto scoperto, ha badato al sodo e illustrato quanto emerso con i controlli da lei promossi. In particolare un sistema di amicizie strane tra ditte di soccorso e poliziotti in servizio alla caserma di Novara Est. Il vicequestore aggiunto non si è fermata qui e, alla domanda di uno dei legali, relativa all’eventuale presenza di file audio nel telefono di Deleonibus e se in questi ci fosse qualcosa di interessante (la difesa sostiene che non ci sia nulla contro il 32enne e che, anzi, sia vittima di un ‘complotto’ e per questo l’uomo avrebbe registrato alcune telefonate), ha riferito come in una telefonata siano «emersi indizi di responsabilità» nei confronti dell’interlocutore dell’attuale imputato. Si tratterebbe di un altro appartenente alla Polizia stradale. «Una situazione – ha proseguito la comandante – che abbiamo riferito all’autorità giudiziaria», che ha ascoltato anche quest’altro poliziotto.Prossima udienza il 22 dicembre. Sia Deleonibus sia Grossi rigettano le accuse.mo.c.
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NOVARA, Ci sarebbe il coinvolgimento di un altro appartenente alla Polizia stradale (oltre a quelli già individuati) nell’indagine che, lo scorso anno a novembre, aveva portato all’arresto di quattro poliziotti della stradale di Novara Est. E’ quanto emerso nell’ultima udienza del processo relativo ai ‘soccorsi pilotati’, quando, tra i vari testi ascoltati, è intervenuta la comandante della Polizia stradale di Novara, Luciana Giorgi. Era stata lei, dopo aver raccolto informazioni di comportamenti al di fuori dalle norme, a dare il via a una serie di verifiche interne, scoprendo come qualcosa non andasse alla sottosezione di Novara Est.Un procedimento, dunque, che è l’esito dell’indagine per corruzione e concussione sui soccorsi lungo l’A4 Torino-Milano. Alla sbarra, in questo momento, ci sono il capopattuglia Angelo Deleonibus di 32 anni, attualmente agli arresti domiciliari, e l’imprenditore Massimiliano Grossi, della G.D. service. L’agente, come sostiene l’accusa, avrebbe favorito l’azienda di soccorso dell’amico, la G.D. service di Cameri, finito quindi a processo con lui. La comandante ha ricostruito le fasi dell’indagine, rispondendo in modo diretto e concreto ai difensori dei due imputati, che hanno cercato di trovare punti per ‘sgretolare’ le accuse nei confronti dei loro assistiti. La comandante è stata molto dura e, spiegando in aula quanto scoperto, ha badato al sodo e illustrato quanto emerso con i controlli da lei promossi. In particolare un sistema di amicizie strane tra ditte di soccorso e poliziotti in servizio alla caserma di Novara Est. Il vicequestore aggiunto non si è fermata qui e, alla domanda di uno dei legali, relativa all’eventuale presenza di file audio nel telefono di Deleonibus e se in questi ci fosse qualcosa di interessante (la difesa sostiene che non ci sia nulla contro il 32enne e che, anzi, sia vittima di un ‘complotto’ e per questo l’uomo avrebbe registrato alcune telefonate), ha riferito come in una telefonata siano «emersi indizi di responsabilità» nei confronti dell’interlocutore dell’attuale imputato. Si tratterebbe di un altro appartenente alla Polizia stradale. «Una situazione – ha proseguito la comandante – che abbiamo riferito all’autorità giudiziaria», che ha ascoltato anche quest’altro poliziotto.Prossima udienza il 22 dicembre. Sia Deleonibus sia Grossi rigettano le accuse.mo.c.
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