Sottraggono con un’esca 100mila euro a un barista: nei guai un 50enne di Ghemme

Sottraggono con un’esca 100mila euro a un barista: nei guai un 50enne di Ghemme
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NOVARA, Una storia che sembra quasi un plot cinematografico da film poliziesco, ma che - stando all’accusa - sarebbe realmente accaduta, visto che un ambulante novarese, R.C., 51enne di Ghemme, è finito con l’essere arrestato e adesso si trova alla sbarra in Tribunale a Novara per rapina. I fatti risalgono al 2012 e partono da Alessandria. Tutto prende il via da una trattativa per scambiare 100mila euro con 400 milioni di lire da portare in banca per «farseli valutare», banconote tra l’altro ormai fuori corso, in una somma complessiva di quasi 200mila euro, raddoppiando così il valore iniziale di euro messi nell’affare. Una trattativa che vede un appuntamento, il 12 agosto 2012, al casello autostradale dell’A4 di Biandrate con tanto di valigie con le banconote, ma che ben presto, stando al racconto della vittima, vede l’arrivo di una ipotetica auto dei carabinieri, la minaccia di una pistola e una serie di viaggi in Sardegna dapprima per concludere la trattativa, quindi per poi riottenere i soldi spariti, ossia i 100mila euro iniziali, mai recuperati. Una vicenda quasi surreale che venerdì è stata raccontata a Palazzo Fossati dalla vittima, che si è costituita parte civile con l’avvocato Laura Pianezza. E’ dalla sua denuncia che parte il tutto e che porta all’arresto di R.C., difeso dall’avvocato Fabrizio Cardinali. «Dicevano – ha sostenuto la vittima - che non riuscivano a cambiare le banconote in Sardegna e così mi hanno proposto l’affare. Ossia quello di scambiare 100 mila euro miei con 400 milioni di vecchie lire, che avrei dovuto poi far valutare in un istituto di credito, ottenendo così circa 200 mila euro, ossia il doppio del valore iniziale. Una cifra importante. Mi ero subito fidato». A raccontargli di questa soluzione, un ambulante di Alessandria, che conosceva, a quanto risulterebbe, anche R.C., pure lui con un banchetto nella piazza alessandrina. La vittima, ex barista, aveva incassato i soldi dalla vendita del bar che gestiva e così li aveva usati in questo affare, che gli era sembrato vantaggioso. Non avrebbe probabilmente immaginato che non solo non avrebbe raddoppiato la cifra iniziale, ma avrebbe perso anche questa.mo.c.
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NOVARA, Una storia che sembra quasi un plot cinematografico da film poliziesco, ma che - stando all’accusa - sarebbe realmente accaduta, visto che un ambulante novarese, R.C., 51enne di Ghemme, è finito con l’essere arrestato e adesso si trova alla sbarra in Tribunale a Novara per rapina. I fatti risalgono al 2012 e partono da Alessandria. Tutto prende il via da una trattativa per scambiare 100mila euro con 400 milioni di lire da portare in banca per «farseli valutare», banconote tra l’altro ormai fuori corso, in una somma complessiva di quasi 200mila euro, raddoppiando così il valore iniziale di euro messi nell’affare. Una trattativa che vede un appuntamento, il 12 agosto 2012, al casello autostradale dell’A4 di Biandrate con tanto di valigie con le banconote, ma che ben presto, stando al racconto della vittima, vede l’arrivo di una ipotetica auto dei carabinieri, la minaccia di una pistola e una serie di viaggi in Sardegna dapprima per concludere la trattativa, quindi per poi riottenere i soldi spariti, ossia i 100mila euro iniziali, mai recuperati. Una vicenda quasi surreale che venerdì è stata raccontata a Palazzo Fossati dalla vittima, che si è costituita parte civile con l’avvocato Laura Pianezza. E’ dalla sua denuncia che parte il tutto e che porta all’arresto di R.C., difeso dall’avvocato Fabrizio Cardinali. «Dicevano – ha sostenuto la vittima - che non riuscivano a cambiare le banconote in Sardegna e così mi hanno proposto l’affare. Ossia quello di scambiare 100 mila euro miei con 400 milioni di vecchie lire, che avrei dovuto poi far valutare in un istituto di credito, ottenendo così circa 200 mila euro, ossia il doppio del valore iniziale. Una cifra importante. Mi ero subito fidato». A raccontargli di questa soluzione, un ambulante di Alessandria, che conosceva, a quanto risulterebbe, anche R.C., pure lui con un banchetto nella piazza alessandrina. La vittima, ex barista, aveva incassato i soldi dalla vendita del bar che gestiva e così li aveva usati in questo affare, che gli era sembrato vantaggioso. Non avrebbe probabilmente immaginato che non solo non avrebbe raddoppiato la cifra iniziale, ma avrebbe perso anche questa.mo.c.
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