Giustizia

Strage del Mottarone: il processo inizierà mercoledì 17 gennaio

Il processo sarà celebrato per motivi di spazio nella Casa della Resistenza di Fondotoce

Strage del Mottarone: il processo inizierà mercoledì 17 gennaio
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Il processo per la strage della funivia del Mottarone è in programma per il prossimo 17 gennaio. Sono otto gli imputati che si presenteranno in aula.

Strage del Mottarone: inizia il processo

Al via il prossimo 17 gennaio, presso la Casa della Resistenza di Fondotoce per esigenze di spazi, l’udienza preliminare del processo per la tragedia del Mottarone, dove il 23 maggio 2021 sono morte 14 persone per la caduta nel bosco della cabina numero 3 della funivia. Davanti al gup del tribunale di Verbania Rosa Maria Fornelli, compariranno gli otto imputati. Si tratta di sei persone fisiche, l’ex gestore della funivia Luigi Nerini, l’ex capo servizio, il borgomanerese Gabriele Tadini, l’ex direttore di esercizio Enrico Perocchio, Anton Seeber, presidente del Cda di Leitner Spa, Martin Leitner e Peter Rabanser, rispettivamente consigliere delegato e addetto al customer care della spocietà altoatesina, e due società, la Funivie del Mottarone Srl e la Leitner Spa.

Accuse pesanti che saranno da valutare in aula

Le accuse sono, a vario titolo, di attentato alla sicurezza dei trasporti, rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni colpose gravissime. Le indagini dei carabinieri e della procura verbanese, coordinate dalla procuratrice Olimpia Bossi e dalla sostituta Laura Carrera, hanno permesso di risalire alle causa delle strage, come poi avvalorato dai periti nelle conclusioni della lunga fase di incidente probatorio. Naturalmente tutto ciò dovrà ora essere sottoposto all’esame dell’aula.

Una vicenda dolorosa finita sotto i riflettori della cronaca nazionale

Ma quelle domenica, stando a quanto ricostruito sin qui, la cabina sarebbe precipitata quando era a pochi metri della vetta a causa della fune traente che si era spezzata per via dell’usura e per i forchettoni rossi inseriti per disattivare il sistema frenante ed evitare, in questo modo, i ripetuti blocchi dell’impianto che si erano già verificati in passato. Questo, almeno, secondo le complesse perizie tecniche e stando a quanto avrebbe raccontato agli inquirenti il borgomanerese Tadini. Quest’ultimo avrebbe, infatti, confessato l’inserimento dei forchettoni. Va ricordato, che se i freni avessero potuto entrare in azione, forse oggi staremmo a raccontare un’altra storia.

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