Suicidio di Carolina, reati estinti per i responsabili

Anche gli ultimi due ragazzi hanno terminato la messa alla prova.

Suicidio di Carolina, reati estinti per i responsabili
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Suicidio di Carolina, reati estinti per i responsabili. Anche gli ultimi due ragazzi hanno terminato la messa alla prova.

Suicidio di Carolina, reati estinti per i responsabili

La messa alla prova si è svolta con attività socialmente utili disposte dagli assistenti sociali, mentre la parte psicologica è stata curata dal Centro multidisciplinare sul disagio giovanile presso la Casa Pediatrica del Fatebenefratelli-Sacco di Milano. Tutti, in sede processuale, hanno dichiarato la propria responsabilità. Ad uno di questi era stato allungato il periodo fino al massimo disposto dal giudice, ovvero 27 mesi. L’unico maggiorenne all’epoca dei fatti aveva già patteggiato con la condizionale 1 anno e 4 mesi.

«Il cyberbullismo non può essere derubricato a semplice ragazzata»

Si chiude così, almeno dal punto di vista giudiziario, anche il doloroso cammino di Paolo Picchio, il papà di Carolina: «Si chiude il cerchio lungo quasi sei anni. Oggi sappiamo che il cyberbullismo, nella sua forma più crudele, non può essere derubricato a semplice ragazzata, ma che - come ha scritto “Caro” - le parole fanno più male delle botte. Tutti lo hanno capito, anche quei ragazzi che hanno affrontato questo lungo percorso di riflessione e consapevolezza e rispetto alle conseguenze delle loro azioni. Nel nome di mia figlia – riprende - si è celebrato il primo processo in Europa sul cyberbullismo, a lei è stata dedicata la prima legge a tutela dei minori in materia di cyberbullismo, la legge Ferrara, eppure questo non basta. Ecco perché abbiamo costituito una No Profit, Fondazione Carolina, con i massimi esperti in capo educativo, formativo, giuridico e comunicativo, in modo da poterci mettere a servizio delle famiglie e dei ragazzi. Perché oggi come oggi non esiste distinzione tra reale e virtuale. Oggi rivivo i tanti, tantissimi incontri pubblici di questi anni. In quegli innumerevoli abbracci cercavo il conforto che oggi, invece, mi chiedono i troppi ragazzi che soffrono. Per questo ringrazio il Santo Padre, che ha voluto la nostra Fondazione come partner internazionale per il welfare digitale dei minori».

Nel 2019 un bando per le scuole

Conclude Ivano Zoppi, direttore generale della “Fondazione Carolina”: «Il cyberbullismo possiamo prevenirlo e combatterlo nella misura in cui realizzeremo percorsi di educazione al rispetto coinvolgendo i ragazzi e gli adulti. Ad oggi, ad un anno dalla nascita della Fondazione a lei dedicata, il messaggio di Caro ha raggiunto oltre 20.000 ragazzi, 5.000 genitori, 1.200 docenti referenti per il cyberbullismo, oltre 1.500 fra docenti, personale Ata, allenatori, educatori, personale del mondo sanitario. Nel prossimo anno Fondazione pubblicherà un bando dedicato alle scuole per il finanziamento di progetti per la prevenzione del cyberbullismo e continuerà il lavoro per la creazione dell’Osservatorio Internazionale Cyberbullismo voluto da Papa Francesco».
Sandro Devecchi

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