Cronaca

Tentato omicidio all'esterno del Lulu Club, parlano il medico e il titolare

Tentato omicidio all'esterno del Lulu Club, parlano il medico e il titolare
Cronaca 16 Novembre 2016 ore 08:16

NOVARA, Il personale della Polizia scientifica, un medico che ha assistito la vittima a qualche ora dall’aggressione, il proprietario del locale all’esterno del quale è avvenuto il tentato omicidio e altri testi. Sono queste le persone ascoltate in aula, in Tribunale a Novara, martedì, per il processo a carico di Mario Gjoni, uno dei tre albanesi (gli altri due, Piter e Mark Gjoni, zio e nipote tra loro, hanno patteggiato negli scorsi mesi) accusati dell’aggressione al connazionale Elton Shano, 37 anni, colpito a mazzate all’esterno del suo locale di Gionzana, il “Lulu Club” (che gestiva insieme a un italiano, ascoltato proprio martedì), nella notte del 5 marzo del 2015. Shano, che avrebbe dovuto essere ascoltato proprio l’altro giorno, non c’era per motivi di lavoro. Sarà presente alla prossima udienza, fissata al 29 novembre.L’accusa è di tentato omicidio. L’agente della Scientifica ha illustrato quanto rilevato nel momento dell’intervento, il medico del Dea del Maggiore: «So che il paziente aveva riportato una ferita lacero contusa alla testa e aveva riferito, così mi fu detto nelle consegne (quando iniziai il mio turno, Shano era già stato visitato dal medico precedente), di essere stato aggredito alle spalle da persone conosciute. Ricordo che aveva una prognosi riservata, perché si era segnalato un peggioramento. Quando presi io le consegne, era stabile, ma grave». Un teste ha sostenuto come quella notte all’esterno del locale avesse visto solo i due Gjoni già condannati, non Mario. Un fatto che avvalora la tesi sempre sostenuta dall’uomo e dal suo difensore, l'avvocato Fabrizio Cardinali, ossia che l’imputato quella sera non fosse stato a Gionzana. mo.c.Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola giovedì 17 novembre 

NOVARA, Il personale della Polizia scientifica, un medico che ha assistito la vittima a qualche ora dall’aggressione, il proprietario del locale all’esterno del quale è avvenuto il tentato omicidio e altri testi. Sono queste le persone ascoltate in aula, in Tribunale a Novara, martedì, per il processo a carico di Mario Gjoni, uno dei tre albanesi (gli altri due, Piter e Mark Gjoni, zio e nipote tra loro, hanno patteggiato negli scorsi mesi) accusati dell’aggressione al connazionale Elton Shano, 37 anni, colpito a mazzate all’esterno del suo locale di Gionzana, il “Lulu Club” (che gestiva insieme a un italiano, ascoltato proprio martedì), nella notte del 5 marzo del 2015. Shano, che avrebbe dovuto essere ascoltato proprio l’altro giorno, non c’era per motivi di lavoro. Sarà presente alla prossima udienza, fissata al 29 novembre.L’accusa è di tentato omicidio. L’agente della Scientifica ha illustrato quanto rilevato nel momento dell’intervento, il medico del Dea del Maggiore: «So che il paziente aveva riportato una ferita lacero contusa alla testa e aveva riferito, così mi fu detto nelle consegne (quando iniziai il mio turno, Shano era già stato visitato dal medico precedente), di essere stato aggredito alle spalle da persone conosciute. Ricordo che aveva una prognosi riservata, perché si era segnalato un peggioramento. Quando presi io le consegne, era stabile, ma grave». Un teste ha sostenuto come quella notte all’esterno del locale avesse visto solo i due Gjoni già condannati, non Mario. Un fatto che avvalora la tesi sempre sostenuta dall’uomo e dal suo difensore, l'avvocato Fabrizio Cardinali, ossia che l’imputato quella sera non fosse stato a Gionzana. mo.c.Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola giovedì 17 novembre 

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