Tentato omicidio di Gionzana, lo zio sostiene la tesi del nipote: “Quella sera non c’era”

NOVARA, Prima udienza, martedì in Tribunale a Novara, per il processo a carico di Mario Gjoni, uno dei tre albanesi (gli altri due, Piter e Mark Gjoni, zio e nipote tra loro, hanno patteggiato negli scorsi mesi) accusati dell’aggressione al connazionale Elton Shano, 37 anni, colpito a mazzate all’esterno del suo locale di Gionzana, il “Lulu Club”, nella notte del 5 marzo del 2015. L’accusa è di tentato omicidio. Il medico che aveva visitato la vittima per primo al momento del ricovero in ospedale aveva parlato di un rischio di morire dissanguato. Da qui la contestazione del tentato omicidio.
In aula è stato ascoltato Piter Gjoni, zio dell’imputato e attualmente in carcere dopo il patteggiamento, che ha dato manforte alla tesi del nipote, che dall’inizio rigetta gli addebiti e nega d’essere stato presente all’aggressione. «Ero nel locale con alcuni amici quella sera. C’è stata una discussione per alcune consumazioni – ha sostenuto - Così sono tornato con un altro nipote, Mark (anche lui ha patteggiato negli scorsi mesi) e, non appena il gestore è uscito, abbiamo lanciato un mattone contro la vettura e gli abbiamo tirato qualche calcio. Mario, però, non era con noi». Prossima udienza l’8 novembre.
mo.c.
NOVARA, Prima udienza, martedì in Tribunale a Novara, per il processo a carico di Mario Gjoni, uno dei tre albanesi (gli altri due, Piter e Mark Gjoni, zio e nipote tra loro, hanno patteggiato negli scorsi mesi) accusati dell’aggressione al connazionale Elton Shano, 37 anni, colpito a mazzate all’esterno del suo locale di Gionzana, il “Lulu Club”, nella notte del 5 marzo del 2015. L’accusa è di tentato omicidio. Il medico che aveva visitato la vittima per primo al momento del ricovero in ospedale aveva parlato di un rischio di morire dissanguato. Da qui la contestazione del tentato omicidio.
In aula è stato ascoltato Piter Gjoni, zio dell’imputato e attualmente in carcere dopo il patteggiamento, che ha dato manforte alla tesi del nipote, che dall’inizio rigetta gli addebiti e nega d’essere stato presente all’aggressione. «Ero nel locale con alcuni amici quella sera. C’è stata una discussione per alcune consumazioni – ha sostenuto - Così sono tornato con un altro nipote, Mark (anche lui ha patteggiato negli scorsi mesi) e, non appena il gestore è uscito, abbiamo lanciato un mattone contro la vettura e gli abbiamo tirato qualche calcio. Mario, però, non era con noi». Prossima udienza l’8 novembre.
mo.c.