Trapianti: l’eccellenza al Maggiore di Novara

Trapianti: l’eccellenza al Maggiore di Novara
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NOVARA - “La Giornata della donazione degli organi, indetta dal Ministero della Salute per domenica 28 maggio, non è un rito per noi dell’Azienda ospedaliero universitaria Maggiore della Carità, ma un fatto sostanziale”: ha esordito così il direttore dell’Aou Mario Minola alla conferenza stampa di presentazione dei dati relativi all’attività dell’ospedale novarese in questo ambito. “Da più di 30 anni il nostro ospedale è primatista a livello nazionale – ha continuato Minola – questo grazie all’ottimo livello organizzativo con il coinvolgimento di tutti i ruoli sanitari, una stretta collaborazione tra componente universitaria e ospedaliera, un elevato livello di tutte le attività sia cliniche che dei servizi di accertamento diagnostico  ed un accurato programma formativo, quale quello fornito dalla scuola di  medicina e chirurgia e dalle scuole di specializzazione dell’Università del Piemonte orientale. Il lavoro  dei nostri professionisti  in rete con l’Aido (Associazione italiana donatori organi, ndr), la sensibilità della popolazione novarese  e il supporto della magistratura locale sono elementi che hanno creato il terreno fertile per produrre risultati di eccellenza”.

“Abbiamo raccolto il testimone dal dottor Edoardo  Zamponi (ex primario e ora presidente del gruppo comunale di Novara Aido, ndr) e cerchiamo di continuare l’importante lavoro da lui svolto – ha proseguito il professor Francesco Della Corte, direttore della Struttura complessa di Anestesia e Rianimazione del Maggiore – Siamo stati riconosciuti come primo centro come numero di donazioni multiorgano in diversi anni dal 2000 in poi. I dati sono molto buoni, la tendenza è in crescendo e l’età media si è spostata verso la settima o anche ottava decade. Nel 2017 il trend è del tutto sovrapponibile a quello del 2016 con 8 donazioni nel primo trimestre. All’esercizio clinico assistenziale sia associa anche una notevole attività di tipo formativo (sia all’interno dell’ospedale che nei corsi universitari medici ed infermieristici) ed informativo, rivolto anche alla popolazione. La struttura collabora attivamente anche alla gestione perioperatoria dei pazienti trapiantati di rene”.

Il numero di donatori per prelievi multiorgano è stato 17 nel 2013, 11 nel 2014, 19 nel 2015 e 20 nel 2016 a cui si devono aggiungere il numero di donatori di cornee rispettivamente 18, 21, 26 e 40. I prelievi da persona deceduta sono stati: 1 cuore nel 2015 contro gli 8 del 2016; 18 fegati nel 2015, 22 nel 2016; reni 24 e 29; cornee 50 e 68; nel solo 2016 1 pancreas 1 e 7 polmoni.

Come ha riferito tra l’altro il dottor Zamponi in Italia nel 2016 il numero di donatori per milione di abitanti è stato di 22,4, in Piemonte il dato è di 27 e se si restringe ancora l’osservazione al quadrante regionale nord- est si può vedere come l’attività della Rianimazione dell’ospedale di Novara continui ad essere trainante: nel 2016 a fronte dei 20 donatori utilizzati a Novara, ce ne sono stati 2 a Borgomanero, 12 a Domodossola e Verbania, nessuno a Vercelli, 6 a Biella (40,4 donatori per milione di abitante per il quadrante Nord-Est).

Valentina Sarmenghi 
Leggi tutto il servizio sul Corriere di Novara di sabato 27 maggio 2017 

NOVARA - “La Giornata della donazione degli organi, indetta dal Ministero della Salute per domenica 28 maggio, non è un rito per noi dell’Azienda ospedaliero universitaria Maggiore della Carità, ma un fatto sostanziale”: ha esordito così il direttore dell’Aou Mario Minola alla conferenza stampa di presentazione dei dati relativi all’attività dell’ospedale novarese in questo ambito. “Da più di 30 anni il nostro ospedale è primatista a livello nazionale – ha continuato Minola – questo grazie all’ottimo livello organizzativo con il coinvolgimento di tutti i ruoli sanitari, una stretta collaborazione tra componente universitaria e ospedaliera, un elevato livello di tutte le attività sia cliniche che dei servizi di accertamento diagnostico  ed un accurato programma formativo, quale quello fornito dalla scuola di  medicina e chirurgia e dalle scuole di specializzazione dell’Università del Piemonte orientale. Il lavoro  dei nostri professionisti  in rete con l’Aido (Associazione italiana donatori organi, ndr), la sensibilità della popolazione novarese  e il supporto della magistratura locale sono elementi che hanno creato il terreno fertile per produrre risultati di eccellenza”.

“Abbiamo raccolto il testimone dal dottor Edoardo  Zamponi (ex primario e ora presidente del gruppo comunale di Novara Aido, ndr) e cerchiamo di continuare l’importante lavoro da lui svolto – ha proseguito il professor Francesco Della Corte, direttore della Struttura complessa di Anestesia e Rianimazione del Maggiore – Siamo stati riconosciuti come primo centro come numero di donazioni multiorgano in diversi anni dal 2000 in poi. I dati sono molto buoni, la tendenza è in crescendo e l’età media si è spostata verso la settima o anche ottava decade. Nel 2017 il trend è del tutto sovrapponibile a quello del 2016 con 8 donazioni nel primo trimestre. All’esercizio clinico assistenziale sia associa anche una notevole attività di tipo formativo (sia all’interno dell’ospedale che nei corsi universitari medici ed infermieristici) ed informativo, rivolto anche alla popolazione. La struttura collabora attivamente anche alla gestione perioperatoria dei pazienti trapiantati di rene”.

Il numero di donatori per prelievi multiorgano è stato 17 nel 2013, 11 nel 2014, 19 nel 2015 e 20 nel 2016 a cui si devono aggiungere il numero di donatori di cornee rispettivamente 18, 21, 26 e 40. I prelievi da persona deceduta sono stati: 1 cuore nel 2015 contro gli 8 del 2016; 18 fegati nel 2015, 22 nel 2016; reni 24 e 29; cornee 50 e 68; nel solo 2016 1 pancreas 1 e 7 polmoni.

Come ha riferito tra l’altro il dottor Zamponi in Italia nel 2016 il numero di donatori per milione di abitanti è stato di 22,4, in Piemonte il dato è di 27 e se si restringe ancora l’osservazione al quadrante regionale nord- est si può vedere come l’attività della Rianimazione dell’ospedale di Novara continui ad essere trainante: nel 2016 a fronte dei 20 donatori utilizzati a Novara, ce ne sono stati 2 a Borgomanero, 12 a Domodossola e Verbania, nessuno a Vercelli, 6 a Biella (40,4 donatori per milione di abitante per il quadrante Nord-Est).

Valentina Sarmenghi 
Leggi tutto il servizio sul Corriere di Novara di sabato 27 maggio 2017 

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